Intrigo Luis Enrique a Napoli: De Laurentiis l’ha scelto, il Psg lo seduce

Nel casting dei francesi anche l’asturiano, che ha già allenato Neymar e Messi nel Barcellona: gli azzurri devono guardarsi dall’attacco di Al-Khelaifi
Antonio Giordano
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Tagsnapoli

INVIATO A CASTEL VOLTURNO - Come nei miglior film gialli, diciamo Intrigo Internazionale. O come, semplicemente, nei più classici romanzi d’azione del calcio (estivo). Come in passato, come in futuro, come sempre: perché il mercato non cambia la sua veste, men che meno le sue tendenze, sarebbero le abitudini, e c’è sistematicamente una voce che diventa un’eco, prima di trasformarsi in caos. Luis Enrique è un autorevole esponente del modernismo catalano, una delle figure iconiche di questo football, ha una carriera che parla per sé, e quindi un patrimonio tecnico che incuriosisce ed affascina: il Napoli ci ha pensato, ha ritenuto l’asturiano il successore ideale per assorbire la separazione di Spalletti, ha riflettuto sulla sua passione per il tridente, sulla sua natura sfrontata, pure sugli aspetti economici, per niente irrilevanti. E lo ha sistemato in cima alla propria lista, consapevole delle difficoltà, delle dinamiche brutali del mercato, della concorrenza all’orizzonte.

Napoli, Lucho a Fuorigrotta

Luis Enrique è stato, e rimane, il candidato ideale per ricominciare dal 4-3-3, per sentirsi sempre dentro un Progetto di spessore europeo, per fronteggiare quel possibile clima d’ansia che può generare una rivoluzione tecnica: e con lui, De Laurentiis si lancerebbe in una nuova sfida che ricorda quelle precedenti. La prima volta, fu dieci anni fa ormai, Rafa Benitez spuntò quasi dal nulla, fu un’intuizione di Bigon, ispirato da un amico-manager, e diventò un passaggio epocale per dare nuovo impulso al club. Cinque anni fa, dopo lo strappo con Sarri, il colpo divenne Carlo Ancelotti, esonerato tra i rimpianti e senza esserne completamente convinto. Il Napoli di De Laurentiis viaggia su cicli quinquennali a cui a volte costringe il destino, ed è un caso o una congiunzione astrale, che stavolta ricompaia il nome d’un tecnico che nel curriculum ha sistemato la Roma, il Barça e la Nazionale Spagnola.

Luis Enrique, sotto la torre

Luis Enrique ha chiaramente un suo mercato, può tornare ad allenare un club a sei anni di distanza dall’esperienza con il Barcellona, a sei mesi dalla sconfitta (ai rigori) negli ottavi di finale del Mondiale in Qatar contro il Marocco, l'ultima notte con la sua Nazionale, a lungo manifesto di bellezza poi di incompiuta: piace al Napoli, per quel che fa, per il suo passato in Italia che agevolerebbe qualsiasi processo di integrazione; e comunque piace ovunque. Il Chelsea ci ha provato, settimane scorsa, dialogo infruttuoso, rimasto lì tra le brume di Londra, senza le grandi prospettive che però potrebbe avere il Psg. In Francia, da ieri, è cominciata a circolare ancora e di nuovo l’indiscrezione che sulla panchina lasciata libera da Galtier, possa accomodarsi questo hombre vertical che tra l’altro, tanto per gradire, ha già allenato Neymar e Messi assieme, nel suo Barça del triplete, ipotesi replicabile o anche no, considerato tutto ciò che si sospetta intorno al futuro de «la Pulce». Però, intanto, è un fatto che sta lì, un po’ turba il Napoli e un po’, perché questo è il calcio e questo è pure il mercato: con Luis Enrique, ci sono anche Mourinho, Xabi Alonso, e Thiago Motta, che nell’elenco di De Laurentiis sta al fianco di Italiano, o poco avanti o poco dietro. Entrambi, nella scia di Luis Enrique. Il mercato non fa sconti, è adrenalina che viene sparsa in tre mesi in cui quotidianamente sembra non ci sia mai un domani: che invece, c’è puntualmente, ogni santo giorno.


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