Rudi Garcia è quasi l’ex allenatore del Napoli: la sua panchina, che traballava, ora è demolita dal ciclone, l’Empoli, che si è abbattuto sul Maradona in una domenica che chiude un’epoca breve ma comunque sfarzosa. Lo scudetto di giugno è un ricordo, la terza sconfitta interna - pure questa prima della sosta - induce Aurelio De Laurentiis a preparare la lettera per comunicare l’esonero di un allenatore che in dodici giornate di campionato e quattro di Champions League non è riuscito a regalare emozioni: l’Empoli vince 1-0, gol di Kovalenko al 46', una partita in cui il proprio portiere, Berisha, è protagonista (parate su Anguissa, Lindostrom e Kvara) ma che in realtà ha affrontato con leggerezza e anche autorevolezza, mostrandosi più rapido, più vivo, più fresco.
Napoli e Garcia, una crisi senza ritorno
Il Napoli ha bruciato l’opportunità per ritrovarsi al terzo posto, soprattutto si è inabissato in una crisi ambientale sottolineata dai fischi del «Maradona» già alla fine del primo tempo. E De Laurentiis, alla fine, si è dovuto arrendere: la sua scelta, per la successione di Spalletti, non ha funzionato, anzi, e contro l’Empoli ha rappresentato una confusione già avvertita in passato, con la rivoluzione tattica (niente tridente, Napoli con il 4-2-3-1) e, soprattutto, con l’esclusione dalla formazione di Zielinski e Kvaratskhelia. Tanto, troppo per resistere ancora.
Il Napoli sceglie domani il successore di Garcia
Domani il Napoli sceglie, riunione alla Filmauro tra De Laurentiis, Chiavelli (l'ad), Meluso (il ds), Sinicropi (il club manager) e Micheli (capo scouting): in vantaggio c’è Igor Tudor, amante della difesa a tre, che però non rappresenta un problema; alle sue spalle Fabio Cannavaro, che ha confidenza con la difesa a quattro e conosce come nessuno la città.