Addio ad Antonio Juliano: mitico capitano del Napoli, da dg portò Maradona e Krol

"Totonno" è morto a 80 anni: ex centrocampista degli azzurri, chiuse la carriera nel Bologna. Da direttore generale fu protagonista dell'arrivo di Krol e del Pibe de Oro
Addio ad Antonio Juliano: mitico capitano del Napoli, da dg portò Maradona e Krol
Adriano Stabile
3 min

NAPOLI - È morto a 80 anni Antonio Juliano, mito del Napoli da calciatore e da dirigente. L'ex capitano degli azzurri era ricoverato e, negli ultimi giorni, le sue condizioni si erano aggravate. Nato nel capoluogo campano il 26 dicembre 1942, in tempo di guerra, viene registrato dai genitori all'anagrafe il 1° gennaio 1943, Inizia a giocare a pallone in strada a San Giovanni a Teduccio per poi passare alla Fiamma Sangiovannese e quindi approdare nel vivaio del Napoli, con cui esordisce in Serie A nel 1963, proprio quando gli azzurri retrocedono in Serie B. Si fa le ossa nella serie cadetta, tornando in Serie A con gli azzurri nel 1965. Centrocampista elegante, regista dalla grande visione di gioco, vive tutta la carriera con la maglia della squadra della sua città, chiudendo l'attività agonistica con una stagione nel Bologna nel 1978-79, a 36 anni. Nel 1975, con il Napoli di Luis Vinicio, sfiora lo scudetto, beffato dalla Juventus di "core 'ngrato" Altafini.

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Campione d'Europa e dirigente di Maradona

A lungo capitano del Napoli, Juliano gioca anche 18 partite in nazionale tra il 1966 e il 1974, vincendo il titolo europeo nel 1968, pur senza disputare la finale bis contro la Jugoslavia. Viene convocato per i Mondiali del 1966, del 1970 e del 1974, vedendo il campo soltanto per poco più di un quarto d'ora, nella finale persa contro il Brasile a Città del Messico nel '70. Da calciatore disputa 394 partite di campionato (segnando 26 gol) nel Napoli (oltre 500 le presenze totali in tutte le competizioni in azzurro) e 15 partite nel Bologna. Con il Napoli conquista la Coppa Italia nel 1962 (unica squadra di Serie B a riuscirci nella storia) e nel 1976, oltre alla Coppa delle Alpi nel 1966 e alla Coppa di Lega Italo-Inglese nel 1976. Appesi gli scarpini al chiodo, è tornato nel club partenopeo da direttore generale, diventando protagonista dell'arrivo di campioni come Ruud Krol nel 1980 e, soprattutto, di Diego Maradona nel 1984, facendo superare al presidente Corrado Ferlaino le perplessità per il costo dell'operazione. Lasciato il Napoli nell'85, torna da dg nel 1998-99 in Serie B. Schietto e talvolta scomodo, ha avuto un rapporto burrascoso con Ferlaino, pur lavorandoci a lungo. È rimasto sempre legato al Napoli, amato e apprezzato dai tifosi partenopei per oltre sessant'anni. Lui, tra i pochi idoli napoletani nella storia, attorniato da tanti campioni venuti da lontano, come Sallustro, Sivori, Maradona, Cavani, Mertens e Hamsik.


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