Ben oltre i confini della realtà c’è Aurelio De Laurentiis, che in questa sua visione futurista ha inchiodato una serie di contromisure per rivoluzionare questo calcio così paludato, fumoso e conformista con il quale ha smesso d’andare d’accordo. Ma il problema, adesso, è un altro: Adl non si ritrova neppure con se stesso e lui, proprio lui, che ha vagheggiato - in anticipo sui tempi - lo stadio virtuale, s’è messo in testa di demolire pure quello, di scacciare via la gente dalle poltrone e dai divani, di cancellare dai palinsesti i “pre” e i “post” partita, di evitare che le telecamere si intrufolino con i loro obiettivi negli spogliatoi, e di spostare il dibattito e le interviste - come neppure la buon'anima di Biscardi - al lunedì mattina.
Napoli, altro che Blade Runner
Un caffè e avanti con il “Processo”. Però queste sono briciole avveniristiche d’una evoluzione che sfiora il Napoli, ormai laboratorio d’un football (aristocraticamente) lungimirante, incurante del risultato ad ogni costo: qua si fa “sperimentazione” tout court, si guarda oltre la punta del proprio nasino all’insù, si proiettano film tridimensionali che vorranno sorprendervi con effetti mica speciali, ma sensazionali. Altro che Blade Runner e gli umani e le navi da combattimento e i bastioni di Orione. Visto che nei prossimi quattro mesi, tra le diciassette partite di campionato ci finisce anche un ottavo di finale di Champions League con il Barcellona, per capire se sarà il caso di riscattare Hamed Junior Traore dal Bournemouth, a Castel Volturno è stato deciso in conclave di sbarazzarsi di Piotr Zielinski, ormai promessosi all’Inter, come consentito dalle leggi moderne: non c’è trucco e non c’è inganno in questa decisione, e neanche un filo di risentimento, ma semplice idea - forte, nuova e travolgente - per inseguire sentieri inesplorati alla massa, che in genere si omologa sul nulla.
Napoli, l'uscita dagli schemi
E pazienza che Zielinski sia il talento puro, bisogna farsene una ragione e abbattere qualsiasi forma di retropensiero fuorviante, evitando di ondeggiare tra sostantivi allusivamente infamanti come ritorsione, che in realtà poi fa rima con azione: ecco, il Napoli sta uscendo dagli schemi, ha deciso di aggirare forme e sostanza, di lanciare il proprio “ciapa no” - il Tressette a perdere - a centrocampo, buttando le carte in aria per stupire a oltranza. È una mossa insolita, anzi inedita, la nuova frontiera che rappresenta l’innovazione, altro che il caos di cui qualcuno ha il sospetto. E poi, shhhh, si spenga il televisore! Silenzio! (cosa farai Noodles nei prossimi venti anni, andrai a letto presto?).