Le rivali corrono, il Napoli passeggia. Lo sprint per la Champions sta diventando molto difficile per Mazzarri, costretto a inseguire a distanza: sette punti non sono pochi da recuperare con quindici partite da giocare anche per chi, come il tecnico toscano, ha nel curriculum rimonte eccezionali. La sconfitta con il Milan deve imporre delle riflessioni: a una squadra chiamata a risalire in classifica basta preoccuparsi soprattutto di non prenderle? Evidentemente no, per chiudere fra le prime quattro e meritarsi un posto nell’Europa che conta bisogna anche osare. A questo Napoli va riconosciuto un evidente miglioramento nella fase difensiva da quando Mazzarri è intervenuto con i suoi accorgimenti (solo 4 gol subiti nelle ultime sei partite), ma il volume offensivo non è migliorato. Ieri un paio di lampi di Simeone (compreso un palo esterno), qualche fiammata di Kvara, la solita verve di Politano, l’inserimento di Lindstrom che ha portato all’autopalo di Simic: troppo poco per pensare di fare l’impresa a San Siro. È questa la grande sfida che attende ora gli azzurri: nelle prossime otto partite prima della sosta di marzo (Genoa, Barcellona, Cagliari, Sassuolo, Juve, Toro, ancora Barcellona e poi Inter) ci si gioca una grande fetta della stagione. Arrivarci con una squadra più pimpante è un obiettivo sul quale lavorare con insistenza a Castel Volturno.
Napoli, l'obiettivo per il futuro
Anche perché, da sabato prossimo, ci sarà Osimhen reduce dalla delusione in Coppa d’Africa e la batteria degli attaccanti a disposizione tornerà a essere al completo: oltre al nigeriano, avere Kvara, Simeone, Raspadori, Ngonge, Politano, Traore e Lindstrom non è da tutti. Di sicuro adesso il Napoli sa che può vestirsi in maniera diversa a seconda delle esigenze: il saper interpretare più moduli è un’arma che può rivelarsi importante da qui in avanti avendo l’intera rosa. Il 4-3-3, il 4-2-3-1 o il 3-5-1-1 ora sono nelle corde di questa squadra e possono risultare importanti da variare anche a partita in corso. Al di là dell’assetto tattico e degli interpreti, quello che però deve migliorare è l’atteggiamento: per vincere bisogna accettare di convivere con i rischi, soprattutto perché c’è da cambiare passo per risalire. Passeggiare non basta, bisogna correre.