Napoli, all'improvviso Zielinski: l'acquisto di Calzona

L’allenatore rilancia il polacco dal 1’ in un momento clou: con lui conta di fare il salto di qualità nel gioco
Fabio Mandarini
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Piotr Zielinski ha interrotto il cammino in campionato alla presenza numero 20, come il numero della sua maglia, collezionata a San Siro con il Milan l’11 febbraio. Una specie di derby del suo futuro, mica è un segreto: a giugno sarà un giocatore dell’Inter - tanto che il giorno dopo la partita rimase da quelle parti per le visite mediche - ma tutto sommato è così che va il mondo, tondo come un pallone, e un professionista svincolato ha il diritto di costruirsi il futuro muovendo correttamente e con rispetto ogni passo burocratico (e non). Esattamente quello che ha fatto lui: ha avvertito il Napoli, ha continuato ad allenarsi e poi s’è preso le conseguenze. Tipo ritrovarsi fuori dalla lista Champions rimodulata dopo la fine del mercato di gennaio. All’epoca c’era Mazzarri, secondo allenatore esonerato in una stagione che più paradossale non si può, ma ora in panchina è arrivato Francesco Calzona detto Ciccio, un tipo tosto, uno che non guarda in faccia a nessuno e neanche si formalizza a leggere i nomi dietro le maglie quando c’è da scegliere in maniera direttamente proporzionale alle sue idee e alle sue sensazioni (vedi sostituzioni con il Barça). Tutto chiaro? Comanda il calcio, il gioco. È il futuro prossimo del Napoli, a essere al centro dei pensieri dell’allenatore-ct: e lui, di Zielinski, non vuole proprio fare a meno. A partire da oggi: con il Cagliari tornerà titolare, di nuovo nel balletto di quella filastrocca geniale messa a punto da Spalletti. E questa la sua prima scommessa. La seconda, però, è già cominciata: restituirgli la luce un po’ sopita.  

Napoli e Zielinski: lieto fine

Il coraggio di Calzona fa da prologo alla vigilia della sua seconda partita da tecnico titolare del Napoli. Ma in questo caso è un rischio calcolato: lui Zielinski lo conosce da una vita, dai tempi dell’Empoli, prima ancora di ritrovarlo al Napoli nel triennio di Sarri e nella parentesi al fianco del signor Luciano. Era la stagione 2014-2015, sono dieci anni di stima calcistica e anche di segreti, accorgimenti, collaborazione: c’è anche la mano di Calzona, nella coltivazione di quel naturale e fulgido talento. Ci sono i suoi suggerimenti nella crescita tattica di quello che tutti, ma proprio tutti i compagni presenti e passati ritengono uno straordinario prototipo di calciatore. Napoli s’è deliziata per otto stagioni a vederlo danzare e strappare con il pallone, ma ora è cominciato l’ultimo capitolo e Calzona vorrebbe scrivere un finale all’altezza.

Napoli, Zielinski capitano in pectore

Zielinski vede l’orizzonte azzurro dal 2016, una vita ormai, e in campo di storie ne ha viste e costruite: 356 presenze complessive, 273 in campionato, gli affibbiano i gradi di un capitano in pectore nel giorno in cui Di Lorenzo, il capitano dello scudetto, è squalificato. Esistono cose che non si possono spiegare, che sfuggono alla percezione comune, ma fu proprio contro il Cagliari all’andata, a metà dicembre, che la parabola di Zielo cominciò la picchiata: un fastidio, un calo, tre partite grigie, un altro fastidio, l’Inter, il mercato, l’esclusione dalla Champions, la panchina con il Genoa e il derby mancato con Lewandowski. E poi, Calzona: e Zielinski che torna al centro del villaggio. Animo.   


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