Kvaratskhelia ha perso i superpoteri e il suo agente spaventa i tifosi

Khvicha sta vivendo un momento complesso tra prestazioni grigie, sostituzioni e nervi spesso tesi

Kvaratskhelia ha perso i superpoteri: vai a capire ora quale sia la kryptonite. Il minerale, il campo magnetico, la rete invisibile. Chi ha incastrato Khvicha Kvara? Cosa sarà mai successo al miglior giocatore del campionato nella stagione dello scudetto, nonché miglior giovane della Champions 2022-2023; cosa, quando, come e perché. Troppe domande senza risposta e una collezione di prestazioni molto spesso al di sotto del rosso fuoco del mantello su maglia azzurra, a una distanza troppo breve dagli slalom supersonici sulla fascia sinistra, dai giochetti da illusionista, dagli assist e dai gol pazzeschi. Dalle smorfie da ragazzino al luna park e dalle parole da ribelle scapigliato: «Il mio calcio è libero e con il cuore», disse una volta. Lui era la gioia pura del pallone, ma ora quel sorriso s’è eclissato: Kvara sembra triste esattamente come la squadra. Era il simbolo del Napoli scugnizzo e ora il simbolo del Napoli scolastico. Sicuramente è tra i più incavolati: per un anno non ha fatto altro che entrare e uscire a testa alta dal campo, mentre ora la testa è bassa, lo sguardo pure, e negli occhi e tra le labbra schizzano scintille di stizza. In Champions, quando Calzona l’ha sostituito al 68’, sull’1-0 per il Barça, se l’è presa (giustamente) innanzitutto con se stesso per la serata di luna nera tra le stelle d’Europa; a Cagliari, dopo un’altra giornataccia, il tecnico lo ha cambiato ancora, al 75’, e poi ha detto: «È un ragazzo stupendo ma è un po’ introverso e parla poco. Però è molto disponibile: cerca di fare tutto quello che gli chiedo. Magari si concentra anche troppo e così perde di vista le sue qualità. Sono sicuro che presto ci darà una mano». La missione è restituirgli la libertà. La leggerezza. La felicità.

"Futuro Kvaratskhelia? Abbiamo tante offerte"

Come se non bastasse, il suo manager Mamuka Jugeli continua a seminare dichiarazioni che agitano i cuori di una Napoli, e di un Napoli, già nella tormenta. «Il Barcellona e il Psg? Naturalmente per Khvicha ci sono offerte da parte dei migliori club del mondo», ha detto ai russi di Championst.com. «Guardatelo: come potrebbe essere possibile non avere questo tipo di proposte? A maggio tutto sarà chiaro». Beh, di questi tempi le sue partite non sono sempre il miglior spot di autopromozione, ma Kvaratskhelia ha dimostrato di essere Kvara, di avere il sacro impeto, di essere un predestinato, un giocoliere, un tremendo prototipo di velocista e slalomista del calcio. Una gioia e una delizia per gli amanti del calcio. Già. Però quest’anno sembra risucchiato dall’appiattimento e dall’involuzione della squadra; lui non riesce a trascinarla fuori dal vortice e anzi s’è fatto trascinare.

Kvaratskhelia, doppia causa

Il problema è innanzitutto collettivo, sono conseguenze indotte: smarriti i codici, smarrita la prepotenza, i riferimenti (tecnici e umani), l’aggressività, la collaborazione da moschettieri, la certezza del calcio e della forza del gruppo, sono andate in tilt anche le luci psichedeliche. Khvicha è un giovane fenomeno, d’accordo, ma anche un ragazzo di 23 anni con una sola stagione di grande palco alle spalle che, probabilmente, sta pagando la pressione, le aspettative e l’idea che tocchi a lui salvare la barca insieme con l’immarcescibile Osimhen; anche in assenza di Anguissa, Lobotka e Zielinski. E così il problema è pure, inevitabilmente, individuale: i suoi numeri raccontano di 6 gol (solo in campionato, a zero in Champions), 5 assist e 6 ammonizioni. Sei: contro l’unica - una - rimediata l’anno scorso. 


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Kvaratskhelia, serve serenità

In questo marasma, dopo varie crisi, due esoneri, tre allenatori e con la squadra lontanissima dal quarto posto e in perenne apnea, non passano inosservate le storie del mercato che Jugeli ha tirato fuori anche ieri. De Laurentiis, di recente, ha però sparso serenità sul futuro: «Ho sentito il suo clan, mi hanno detto che sta bene qui e che a fine stagione ne riparleremo». Ecco, sacrosanto: nel momento cruciale della stagione, tra ottavi di Champions e il Sassuolo, bisognerebbe soltanto isolare la Kryptonite.  



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Kvaratskhelia ha perso i superpoteri: vai a capire ora quale sia la kryptonite. Il minerale, il campo magnetico, la rete invisibile. Chi ha incastrato Khvicha Kvara? Cosa sarà mai successo al miglior giocatore del campionato nella stagione dello scudetto, nonché miglior giovane della Champions 2022-2023; cosa, quando, come e perché. Troppe domande senza risposta e una collezione di prestazioni molto spesso al di sotto del rosso fuoco del mantello su maglia azzurra, a una distanza troppo breve dagli slalom supersonici sulla fascia sinistra, dai giochetti da illusionista, dagli assist e dai gol pazzeschi. Dalle smorfie da ragazzino al luna park e dalle parole da ribelle scapigliato: «Il mio calcio è libero e con il cuore», disse una volta. Lui era la gioia pura del pallone, ma ora quel sorriso s’è eclissato: Kvara sembra triste esattamente come la squadra. Era il simbolo del Napoli scugnizzo e ora il simbolo del Napoli scolastico. Sicuramente è tra i più incavolati: per un anno non ha fatto altro che entrare e uscire a testa alta dal campo, mentre ora la testa è bassa, lo sguardo pure, e negli occhi e tra le labbra schizzano scintille di stizza. In Champions, quando Calzona l’ha sostituito al 68’, sull’1-0 per il Barça, se l’è presa (giustamente) innanzitutto con se stesso per la serata di luna nera tra le stelle d’Europa; a Cagliari, dopo un’altra giornataccia, il tecnico lo ha cambiato ancora, al 75’, e poi ha detto: «È un ragazzo stupendo ma è un po’ introverso e parla poco. Però è molto disponibile: cerca di fare tutto quello che gli chiedo. Magari si concentra anche troppo e così perde di vista le sue qualità. Sono sicuro che presto ci darà una mano». La missione è restituirgli la libertà. La leggerezza. La felicità.

"Futuro Kvaratskhelia? Abbiamo tante offerte"

Come se non bastasse, il suo manager Mamuka Jugeli continua a seminare dichiarazioni che agitano i cuori di una Napoli, e di un Napoli, già nella tormenta. «Il Barcellona e il Psg? Naturalmente per Khvicha ci sono offerte da parte dei migliori club del mondo», ha detto ai russi di Championst.com. «Guardatelo: come potrebbe essere possibile non avere questo tipo di proposte? A maggio tutto sarà chiaro». Beh, di questi tempi le sue partite non sono sempre il miglior spot di autopromozione, ma Kvaratskhelia ha dimostrato di essere Kvara, di avere il sacro impeto, di essere un predestinato, un giocoliere, un tremendo prototipo di velocista e slalomista del calcio. Una gioia e una delizia per gli amanti del calcio. Già. Però quest’anno sembra risucchiato dall’appiattimento e dall’involuzione della squadra; lui non riesce a trascinarla fuori dal vortice e anzi s’è fatto trascinare.

Kvaratskhelia, doppia causa

Il problema è innanzitutto collettivo, sono conseguenze indotte: smarriti i codici, smarrita la prepotenza, i riferimenti (tecnici e umani), l’aggressività, la collaborazione da moschettieri, la certezza del calcio e della forza del gruppo, sono andate in tilt anche le luci psichedeliche. Khvicha è un giovane fenomeno, d’accordo, ma anche un ragazzo di 23 anni con una sola stagione di grande palco alle spalle che, probabilmente, sta pagando la pressione, le aspettative e l’idea che tocchi a lui salvare la barca insieme con l’immarcescibile Osimhen; anche in assenza di Anguissa, Lobotka e Zielinski. E così il problema è pure, inevitabilmente, individuale: i suoi numeri raccontano di 6 gol (solo in campionato, a zero in Champions), 5 assist e 6 ammonizioni. Sei: contro l’unica - una - rimediata l’anno scorso. 


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