Napoli in pole per Gasperini. Due le alternative con la variabile Conte

Gasp in cima alle preferenze ma è impegnato su tre fronti e bisogna aspettare. Altri tre allenatori italiani in lista
Fabio Mandarini

Un dentista non è un mental coach, per non dire un terapeuta, ma il Dentista è un allenatore che ha guadagnato il soprannome per il modo in cui fa giocare le sue squadre. E ancora: se seguito a dovere è in grado di moltiplicare il rendimento dei suoi giocatori come una scarica di adrenalina e anche di aumentarne la fame come una dieta ferrea. Niente male, vero? Gian Piero Gasperini è così: basta analizzare la storia recente della sua Atalanta. Non è un caso, probabilmente, che sia finito in cima alla lista del Napoli, a caccia di un leader in campo e non soltanto di un allenatore, dopo lo scempio di una stagione cadenzata da una miriade di problemi seminati, senza pietà, in ogni angolo del pianeta azzurro. Tutti responsabili, chi più e chi meno. Ma tant’è: sarà fondamentale non perdere di vista ciò che è accaduto in un anno da campioni (decaduti), così da compilare un bell’elenco di cose da fare o evitare per rifondare nella maniera più sensata e proficua possibile. Serviranno molta prudenza e moltissima saggezza.  

Napoli, attesa Gasperini

Il Gasp, dicevamo. Un tecnico che è anche una vecchia passione: la vicenda di 13 anni fa, della panchina azzurra sua per un giorno e fino alla decisione di Mazzarri di continuare, è storia. Ma ora De Laurentiis pensa che il futuro possa passare ancora attraverso il calcio aggressivo e spettacolare di Gasperini, fautore della difesa a tre e della zona orientata sull’uomo: il fatto, però, è che bisogna attendere ancora un po’, considerando che la Dea è in semifinale di Europa League (oggi il ritorno con l’OM), in finale di Coppa Italia (mercoledì contro la Juve) e in lotta per un posto Champions in campionato. Calma e sangue freddo: c’è rispettiva apertura. 


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Difesa a quattro con Italiano e Pioli

Quella dell’allenatore sarà la scelta più importante di tutte, più del centravanti che verrà. Orienterà ogni cosa: dal mercato e il gioco, al carattare. Aspetti egualmente fondamentali ma tutti contemporaneamente mancati quest’anno. Di esperienza del genere, e in tema di vittorie, ne ha un bel po’ anche Stefano Pioli, 58 anni, allenatore in uscita dal Milan che occupa una posizione rilevante nelle gerarchie della panchina del Napoli che sarà. E ancora: Vincenzo Italiano, seguito da Adl sin dai tempi dello Spezia e per questo accostato sistematicamente da anni nei momenti di scelte e cambiamenti. Anche con lui, ancora finalista di Conference con la Fiorentina, è stata adottata la “tattica” del rispetto, il maneggiare con cura, ma ora il tempo stringe e la stagione è quasi al tramonto. Per la cronaca sia Pioli sia Italiano adottano la difesa a quattro, preferibilmente 4-2-3-1 o 4-3-3. 

Napoli e la variabile Conte

In fondo, e di certo non per importanza o valore, c’è Antonio Conte: la variabile indipendente. Il rapporto con Adl è solido, ci sono stima e amicizia, e a ottobre c’è stata un’offerta super per subentrare a Garcia in corsa. Declinata: preferiva non saltare su un treno in corsa ma partecipare alla definizione del percorso. Conte è libero e ha voglia di rientrare dopo un anno di pausa, ma devono collimare le rispettive esigenze e i rispettivi progetti. Operazione non semplice.  


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Un dentista non è un mental coach, per non dire un terapeuta, ma il Dentista è un allenatore che ha guadagnato il soprannome per il modo in cui fa giocare le sue squadre. E ancora: se seguito a dovere è in grado di moltiplicare il rendimento dei suoi giocatori come una scarica di adrenalina e anche di aumentarne la fame come una dieta ferrea. Niente male, vero? Gian Piero Gasperini è così: basta analizzare la storia recente della sua Atalanta. Non è un caso, probabilmente, che sia finito in cima alla lista del Napoli, a caccia di un leader in campo e non soltanto di un allenatore, dopo lo scempio di una stagione cadenzata da una miriade di problemi seminati, senza pietà, in ogni angolo del pianeta azzurro. Tutti responsabili, chi più e chi meno. Ma tant’è: sarà fondamentale non perdere di vista ciò che è accaduto in un anno da campioni (decaduti), così da compilare un bell’elenco di cose da fare o evitare per rifondare nella maniera più sensata e proficua possibile. Serviranno molta prudenza e moltissima saggezza.  

Napoli, attesa Gasperini

Il Gasp, dicevamo. Un tecnico che è anche una vecchia passione: la vicenda di 13 anni fa, della panchina azzurra sua per un giorno e fino alla decisione di Mazzarri di continuare, è storia. Ma ora De Laurentiis pensa che il futuro possa passare ancora attraverso il calcio aggressivo e spettacolare di Gasperini, fautore della difesa a tre e della zona orientata sull’uomo: il fatto, però, è che bisogna attendere ancora un po’, considerando che la Dea è in semifinale di Europa League (oggi il ritorno con l’OM), in finale di Coppa Italia (mercoledì contro la Juve) e in lotta per un posto Champions in campionato. Calma e sangue freddo: c’è rispettiva apertura. 


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