Un dentista non è un mental coach, per non dire un terapeuta, ma il Dentista è un allenatore che ha guadagnato il soprannome per il modo in cui fa giocare le sue squadre. E ancora: se seguito a dovere è in grado di moltiplicare il rendimento dei suoi giocatori come una scarica di adrenalina e anche di aumentarne la fame come una dieta ferrea. Niente male, vero? Gian Piero Gasperini è così: basta analizzare la storia recente della sua Atalanta. Non è un caso, probabilmente, che sia finito in cima alla lista del Napoli, a caccia di un leader in campo e non soltanto di un allenatore, dopo lo scempio di una stagione cadenzata da una miriade di problemi seminati, senza pietà, in ogni angolo del pianeta azzurro. Tutti responsabili, chi più e chi meno. Ma tant’è: sarà fondamentale non perdere di vista ciò che è accaduto in un anno da campioni (decaduti), così da compilare un bell’elenco di cose da fare o evitare per rifondare nella maniera più sensata e proficua possibile. Serviranno molta prudenza e moltissima saggezza.
Napoli, attesa Gasperini
Il Gasp, dicevamo. Un tecnico che è anche una vecchia passione: la vicenda di 13 anni fa, della panchina azzurra sua per un giorno e fino alla decisione di Mazzarri di continuare, è storia. Ma ora De Laurentiis pensa che il futuro possa passare ancora attraverso il calcio aggressivo e spettacolare di Gasperini, fautore della difesa a tre e della zona orientata sull’uomo: il fatto, però, è che bisogna attendere ancora un po’, considerando che la Dea è in semifinale di Europa League (oggi il ritorno con l’OM), in finale di Coppa Italia (mercoledì contro la Juve) e in lotta per un posto Champions in campionato. Calma e sangue freddo: c’è rispettiva apertura.