Romelu Lukaku ha preso casa in una zona riservata della terra flegrea non lontana dal centro sportivo di Castel Volturno, avrà privacy da vendere, una bella piscina e tanto, tanto spazio in giardino. Un bel po’ di prato libero dove collezionare quei tredici palloni che mancano per raggiungere un obiettivo straordinario. Storico, per la carriera di uomo - un omone - di 31 anni che ha trascorso gli ultimi 15 della sua vita a invadere le aree di rigore di mezzo mondo: 400 gol. Ora è a quota 387 e manca poco, pochissimo. E quando accadrà, beh, è possibile che Rom stapperà una magnum del migliore champagne e per innaffiare i compagni di squadra come i piloti di Formula 1. O forse no, chissà. Di certo quando succederà, accantonando un po’ la scaramanzia e riferendosi alla certezza delle statistiche che lo vogliono sempre in doppia cifra sin dal debutto in prima divisione belga, Lukaku sarà un giocatore del Napoli. Una squadra - e un popolo - a cui ha già dato un saggio del vizio preso a 16 anni, quando era soltanto un ragazzo (un ragazzone) con le treccine dell’Anderlecht, il primo club che ha creduto in lui, belga con genitori del Congo, e che un giorno lontano lo aspetta per dire insieme bye bye al calcio. A suo tempo, c’è ancora da fare. Un bel po’ di cose: superare i 400 gol dopo averli acciuffati, conquistare finalmente lo scettro dei cannonieri di Serie A al quinto tentativo, aiutare il Napoli a rinascere, vincere con Antonio Conte dopo averlo già fatto all’Inter. E qui, è quasi certo, sarà il signor Antonio a non derogare dalla scaramanzia.
La mezzora di Lukaku
Romelu, insomma, sta continuando a ritagliarsi tutto lo spazio necessario a celebrare le gesta di un grandissimo centravanti. L’ultimo passo prima della sosta, il gol numero 387 tra quelli segnati in carriera tra i campionati e le coppe con le squadre di club e le partite giocate con la nazionale belga - ed escludendo le formazioni Under - l’ha compiuto con il Napoli: al minuto 92 della partita vinta contro il Parma al Maradona, e a mezzora precisa dal suo esordio al 62’, il sinistro dell’1-1 nello stadio del dio mancino del calcio. Olé. Una lunga storia d’amore iniziata il 22 agosto 2009, poco più di 15 anni fa: Zulte Waregem-Anderlecht 0-2, Lukaku entra al 69’ e segna il bis all’89’. Ancora mezzora: a 16 anni e 101 giorni diventa il marcatore più giovane di sempre del torneo e a fine stagione si laurea capocannoniere con 15 reti.
La carriera di Lukaku
A seguire, dopo un altro po’ di Anderlecht, il passaggio in Premier al Chelsea e poi al West Bromwich; all’Everton; al Manchester United dove gioca con McTominay; di nuovo il Chelsea, con Gilmour nelle giovanili a guardare lui e gli altri big; e a seguire i due anni all’Inter di Conte; il Chelsea ter (riacquistato per 115 milioni); il ritorno all’Inter e il passaggio alla Roma in prestito dai Blues; e per finire il Napoli. Che lo ha acquistato per 30 milioni più fino a 15 di bonus sulla futura rivendita, e con cui ha firmato per tre anni. A titolo definitivo, scadenza 2027: 400 reti e sto. Anzi no: l’idea è fare anche di più. Con il signor Antonio in panchina, in quel biennio magico che è passato alla storia della sua carriera come quello del miglior Lukaku di sempre, ha realizzato 64 gol in 95 partite (47 in 72 di campionato): la media di una rete o 121,2 minuti. Domenica prossima a Cagliari, dopo aver lanciato la vittoria contro il Parma e dopo averci dato dentro a Castel Volturno, rinunciando volontariamente alla convocazione del Belgio, ricomincerà la cavalcata verso la gloria dei bomber: quota 400 gol dista appena 13 passi. Niente pronostici, niente previsioni, appena una sensazione: è partito il conto alla rovescia.