Conte scopre l'altro Napoli: via al turnover. Tutti i cambi per la Coppa

Il tecnico valuta una rivoluzione per la partita che vale gli ottavi di Coppa Italia: possibili dieci cambi dall’inizio
Fabio Mandarini

Il vestito per la soirée di Coppa Italia, elegante ma anche un po’ di ricerca, è quasi pronto. Nuovo, comunque scintillante, praticamente mai indossato e di certo simbolico della varietà di tessuti, dell’assortimento e della qualità della sartoria Napoli. La metafora del sarto è stata una delle più indovinate e anche citate dell’ultimo periodo, ma poi ci sono il calcio e le scelte, e ci sono uomini che Antonio Conte deve impiegare alla luce di tutto il lavoro che stanno brillantemente svolgendo insieme con lui, l’allenatore-sarto della svolta. Tradotto: contro il Palermo, nella sfida secca dei sedicesimi che vale la qualificazione agli ottavi di finale e il ripristino di una serie di equilibri smarriti tra le varie conseguenze della balorda stagione post scudetto, il signor Antonio rivoluzionerà il Napoli presentato nelle prime cinque partite della stagione. Tanti volti nuovi dal primo minuto, un deb assoluto e la possibilità di operare anche dieci cambi su undici rispetto alla partita con la Juve.

Napoli, che qualità

Conte può consentirsi questo e altro, alla luce della profondità della rosa: la panchina del Napoli, a prescindere da chi gioca dall’inizio e da chi salta in corsa sul treno della partita, fa paura a tutti. A Cagliari c’erano McTominay, Gilmour, Neres, Simeone, Raspadori, Folorusho, Ngonge e così via; giovedì ci saranno Kvara, Lukaku, Di Lorenzo, Buongiorno, Politano e un altro manipolo di giocatori chic che osserveranno un’altra serie di colleghi di altrettanta qualità all’opera. L’idea, dicevamo, è che il signor Antonio possa cambiarne dieci se non undici, cioè tutti o quasi tra quelli che hanno cominciato l’ultima allo Stadium con la Juventus. Non cambierà, invece, il modulo: difesa a quattro è stata e così sarà ancora.


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L’idea di Conte

Fermo restando l’assenza obbligata dell’infortunato Meret, un portiere che comunque avrebbe riposato lanciando la prima in casa da titolare di Caprile, l’ipotesi plausibile è che giovedì nella linea difensiva cominceranno Mazzocchi a destra, l’esordiente assoluto Rafa Marin (0 minuti finora) e Juan Jesus al centro, e Spinazzola a sinistra; Gilmour a fare coppia con Lobotka (o Folorunsho) in mezzo, con Neres e Ngonge sugli esterni, e Raspadori a sostegno di Simeone. Se così fosse, dicevamo, sarà un Napoli rivoluzionato nei dieci/undicesimi della formazione schierata dal primo minuto a Torino con la Juventus. Fino alla partita contro il Palermo ci sono ancora un paio di giorni di lavoro e di riflessioni, ma considerando che domenica gli azzurri giocheranno ancora in campionato contro il Monza, e sempre al Maradona, è plausibile pensare che Conte adotti un turnover radicale.

Napoli, occhio all'ex

Tra l’altro anche l’allenatore rosanero, Alessio Dionisi, ha anticipato molti cambi rispetto al pareggio con il Cesena in campionato: «Questa squadra ha un organico importante e la sfida di coppa sarà un’opportunità per chi ha avuto meno minutaggio». Il direttore sportivo del Palermo, due vittorie e due pareggi nelle ultime quattro giornate di Serie B, è Morgan De Sanctis, un grande ex del Napoli, il portiere del ritorno in Champions e delle prime notte magiche dei Tre Tenori, per molti il migliore interprete del ruolo dell’era De Laurentiis. Dopo le esperienze manageriali con la Roma e la Salernitana, in estate ha cominciato un nuovo percorso: il ritorno in quello che fu il suo stadio, all’epoca San Paolo e oggi Maradona, sarà come sempre un’emozione.


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Il vestito per la soirée di Coppa Italia, elegante ma anche un po’ di ricerca, è quasi pronto. Nuovo, comunque scintillante, praticamente mai indossato e di certo simbolico della varietà di tessuti, dell’assortimento e della qualità della sartoria Napoli. La metafora del sarto è stata una delle più indovinate e anche citate dell’ultimo periodo, ma poi ci sono il calcio e le scelte, e ci sono uomini che Antonio Conte deve impiegare alla luce di tutto il lavoro che stanno brillantemente svolgendo insieme con lui, l’allenatore-sarto della svolta. Tradotto: contro il Palermo, nella sfida secca dei sedicesimi che vale la qualificazione agli ottavi di finale e il ripristino di una serie di equilibri smarriti tra le varie conseguenze della balorda stagione post scudetto, il signor Antonio rivoluzionerà il Napoli presentato nelle prime cinque partite della stagione. Tanti volti nuovi dal primo minuto, un deb assoluto e la possibilità di operare anche dieci cambi su undici rispetto alla partita con la Juve.

Napoli, che qualità

Conte può consentirsi questo e altro, alla luce della profondità della rosa: la panchina del Napoli, a prescindere da chi gioca dall’inizio e da chi salta in corsa sul treno della partita, fa paura a tutti. A Cagliari c’erano McTominay, Gilmour, Neres, Simeone, Raspadori, Folorusho, Ngonge e così via; giovedì ci saranno Kvara, Lukaku, Di Lorenzo, Buongiorno, Politano e un altro manipolo di giocatori chic che osserveranno un’altra serie di colleghi di altrettanta qualità all’opera. L’idea, dicevamo, è che il signor Antonio possa cambiarne dieci se non undici, cioè tutti o quasi tra quelli che hanno cominciato l’ultima allo Stadium con la Juventus. Non cambierà, invece, il modulo: difesa a quattro è stata e così sarà ancora.


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