Si aprono nuovi orizzonti. Il 3-4-2-1 è morto. Non portava a niente. Giocando contro il Palermo con le seconde linee, ad eccezione di Lobotka, Conte ha trovato il modulo giusto, un 4-2-3-1 che sfata il pregiudizio secondo il quale Lobotka e Gilmour sarebbero uno la copia dell’altro, non potrebbero giocare insieme. Invece hanno giocato benissimo, non si sono mai pestati i piedi, spesso uno più basso (Lobotka), l’altro più alto. Il doppio play è stato un esperimento riuscito. Conte ha visto giusto e ha svoltato per il Napoli definitivo. Perché col 4-2-3-1 si avvererebbe anche il mio sogno (se quel tecnico io fossi, se il mio sogno s’avverasse) di vedere in campo McTominay insieme a Lobotka e Gilmour per uno dei più forti centrocampo del campionato. Il 4-2-3-1 lo permette. Fermo restando il doppio play, nei tre dietro Lukaku ci può stare McTominay tra Neres e Kvaratskhelia. È un Napoli troppo offensivo? È una squadra d’attacco, preferibile contro gli avversari medio-piccoli, se ce ne sono, ma da munire diversamente contro le big? Conte sa come fare. Si sta vedendo il frutto del gran lavoro settimanale, senza distrazioni europee. Non solo il Napoli ha ripreso entusiasmo e vigore, ma c’è l’applicazione costante e convinta da parte dei giocatori degli insegnamenti tattici di Conte.
Dopo un anno di poco amore e molta anarchia, c’è ora un tecnico che sa come disporre la squadra e coinvolge gli azzurri nelle sue strategie. Non solo i giocatori hanno ripreso l’adeguato tono atletico (lo staff di Conte è eccezionale), ma sanno cosa fare e come. Le caratteristiche migliori del Napoli che Conte sta costruendo non sono la grinta e il carattere, qualità che il tecnico pretende per la riaggressione, la difesa della palla e il pressing alto, ma è il disegno tattico ben studiato e benissimo applicato che rende la squadra sicura. C’è una bussola in panchina, il Napoli non naviga più a vista. Se i titolarissimi hanno segnato quattro gol a Cagliari e i vice-titolari hanno goleado il Palermo qualcosa vuol dire. Innanzi tutto che, al di là delle disquisizioni tattiche, Conte ha conquistato la testa e il cuore degli azzurri. Perché è una allenatore vero, uno di quegli allenatori di campo che lavora duramente e che ha notevoli conoscenze tecniche e tattiche. I giocatori si fidano di lui e ne realizzano le direttive precise.