Che fosse uno dei migliori, non lo scopriamo ora, ma Antonio Conte non smette mai di sorprendere per i suoi accorgimenti tattici, per la capacità di leggere la partita e di stare sempre sul pezzo, trovando spesso una soluzione adatta alla sua squadra per rimettersi in sesto. La gara con il Como ne è stata l’esempio più chiaro. È andato in difficoltà, il Napoli, dopo il gol lampo di McTominay. Ha subito il palleggio della squadra di Fabregas, che per certi tratti s’è messa pure a barcelloneggiare. Nico Paz e Strefezza risultavano imprendibili, soprattutto fuori area, da dove sono nate le occasioni per l’argentino, che ha colpito anche un palo, e il gol del pareggio firmato dal brasiliano.
La mossa di Conte per il suo Napoli
Poi è arrivato l’esame di coscienza, è spuntata dal cilindro la mossa d’Antonio, che ha cambiato le carte in tavola. Il Napoli poteva e sapeva fare di meglio, era capace di pressare in modo più intenso l’avversario, di creare una gabbia attorno a quei due che gli stavano facendo male e che avrebbero rischiato di compromettere il primato in classifica, se non fossero arrivate le soluzioni giuste. Contenute nelle corde dei suoi giocatori, che hanno iniziato a pressare, a prendere in mano la partita a modo loro, rubando palla, aggredendo ogni pallone, vincendo i duelli, dettagli che era mancato nel primo tempo. Non era un compito facile, visto che il Como fino a venerdì era la squadra che aveva vinto più tackle in Serie A, ma il Napoli s’è superato, arrivando alla fine a vincere il 91,7% dei duelli in fase difensiva, pur uscendo vincente in soli 12 contrasti contro i 17 della squadra di Fabregas.
Napoli, la mossa: difesa a centrocampo
Come l’ha fatto, lo sa solo Conte, quali corde abbia toccato per vedere una squadra così nella ripresa fa parte delle abilità presenti nel curriculum vitae dell’allenatore salentino. Qualcosa di simile, però, s’era visto anche in passato quando allenava l’Inter. In pratica chiedeva ai suoi centrocampisti un lavoro enorme: sostanzialmente alzava la difesa a centrocampo, non facendo mai arrivare gli avversari della parti del portiere. Pressione coordinata per blocchi: grazie alla superiorità numerica dei cinque difendenti e alla loro capacità di coprire l'intera larghezza dell'area, oltre che al modo in cui i centrocampisti si spostavano indietro per garantire supporto, la solidità del Napoli è aumentata.
Cosa che del resto è successa contro il Como, visto che gli ospiti non si sono mai avvicinati più di tanto alla porta di Caprile. Hanno vinto la sfida del possesso palla (59,5% contro il 40,5%), ma si sono trovati spesso davanti a un muro costruito da Lobotka e Anguissa, implementato dai terzini, arricchito con gli attaccanti. S'è visto Politano fare il difensore di fascia in un 5-4-1, McTominay agire più basso rispetto al primo tempo per dare una mano ai compagni di reparto, Olivera pressare così alto Sergi Roberto da guadagnarsi un calcio di rigore. Cose alla Conte, cose da 3 punti.
Cosa che del resto è successa contro il Como, visto che gli ospiti non si sono mai avvicinati più di tanto alla porta di Caprile. Hanno vinto la sfida del possesso palla (59,5% contro il 40,5%), ma si sono trovati spesso davanti a un muro costruito da Lobotka e Anguissa, implementato dai terzini, arricchito con gli attaccanti. S'è visto Politano fare il difensore di fascia in un 5-4-1, McTominay agire più basso rispetto al primo tempo per dare una mano ai compagni di reparto, Olivera pressare così alto Sergi Roberto da guadagnarsi un calcio di rigore. Cose alla Conte, cose da 3 punti.