Ovunque
Napoli sta spingendo il Napoli. Ha voglia di sognare, ha voglia di dimenticare tutto quello che è accaduto un anno fa e di ritrovare nuove sensazioni di calcio allo stato puro. C’è una certa euforia, s’avverte nell’aria ed è inevitabile alla luce dei risultati della squadra, ma anche la consapevolezza che per quanto entusiasmante, quello intrapreso da Conte è un processo che richiede del tempo. Un’immagine su tutti: gli applausi e i cori dopo la sconfitta con l’Atalanta. E poi un’altra: il settore ospiti di San Siro pieno anche contro l’Inter alla successiva, così com’era stato con il Milan alla precedente. Sì, Napoli colleziona i sold out anche in trasferta. È accaduto a Cagliari, a Empoli, a Milano. Per la verità anche in occasione della sfida con la Juventus allo Stadium, i biglietti erano stati venduti in toto addirittura ad agosto, ancor prima di conoscere con precisione data e orario, ma poi il prefetto di Torino decise di vietare la trasferta ai residenti della provincia napoletana e un bel po’ di tagliandi furono annullati. Soltanto cronaca.
La fiducia
La copertina, comunque, è dei trecentomila del Maradona. Anche di più, certo, ma sono dettagli che magari arricchiscono ma non alterano la sostanza di una storia nata benissimo al primo sguardo. Colpo di fulmine: è arrivato Conte e il popolo azzurro ha deciso di affiancarlo a prescindere dal mercato. Dopo quindici anni il Napoli ha dovuto giocare i trentaduesimi di Coppa Italia per il disastro sportivo della stagione precedente e il 10 agosto contro il Modena, con il fuoco di 30 gradi a rosolare le anime, c’era lo stadio pieno. È arrivata la sconfitta con l’Hellas a Verona, un 3-0 da incubi già vissuti soltanto pochi mesi prima, e con il Bologna per l’esordio in campionato al Maradona sono arrivati 44.700 spettatori. Era il 25 agosto e domenica invece sarà 24 novembre: cos’è cambiato? Beh, il clima e la posizione in classifica. Ma Napoli aveva già scelto di crederci prima: i trecentomila non sono un effetto del primato, sono quelli che ci hanno sempre creduto.