NAPOLI - Le motivazioni non gli mancano, sarebbe impossibile con una partita come Napoli-Roma alle porte. Poi, però, ci sono quelle extra che arrivano da scintille che improvvisamente s’accendono, che stuzzicano la fantasia, toccano in profondo l’orgoglio. Non lo feriscono, ma lo solleticano. È così che nascono le motivazioni, che aumenta la voglia di fare e di mettere fine a un digiuno. Domenica saranno trascorsi 56 giorni dall’ultimo gol al Maradona di Khvicha Kvaratskhelia, quasi due mesi. Non poco, ma nemmeno troppo per quello che tutto sommato è il capocannoniere del Napoli con 5 gol in 12 giornate, che con i suoi gol (3 in trasferta, 2 a Fuorigrotta) ha trascinato la squadra di Antonio Conte al primo posto della Serie A, riaccendendo i sogni dei tifosi che l’anno scorso hanno vissuto una stagione deludente nonostante lo scudetto sulla maglia.
Il digiuno di Kvaratskhelia al Maradona
Dicevamo di Kvara, che l’ultimo gol al Maradona l’ha segnato al Monza. Conta e tanto quando il talento georgiano mette la sua firma nel tabellino: ogni volta che l’ha fatto, il Napoli ha puntualmente vinto. Contro il Bologna, alla prima in casa, a Cagliari, con il Monza, appunto, poi a Empoli - su rigore - e a San Siro nel 2-0 sul Milan. Ha segnato a intermittenza, fino alla gara con i rossoneri, ma nelle due giornate prima della sosta, contro Atalanta e Inter, è rimasto all’asciutto, anche in termini di assist (l’ultimo per Lukaku nello 0-4 di Cagliari del 15 settembre).
Gli impegni con la Georgia prima di Napoli-Roma
Kvara è tornato dagli impegni con la Georgia amareggiato, perché dopo la partita con l’Ucraina (1-1) e quella con la Repubblica Ceca, persa 2-1, la sua nazionale ha chiuso al terzo posto del gruppo B1 di Nations e quindi dovrà disputare lo spareggio per non retrocedere in Lega C, dove tra l'altro salterà l'andata per squalifica. Aveva accarezzato la promozione e invece dovrà stringere i denti per non scivolare nel terzo raggruppamento, s’era dannato l’anima - nella prima partita a Batumi - provando a trascinare la Georgia davanti al proprio pubblico. Scatti a ripetizione sotto la pioggia, giocando in modo elettrico, patriottico, senza risparmiarsi, libero da compiti difensivi e da tatticismi meno presenti in campo europeo. Ha preso in mano la Georgia con la sua classe, ma non è riuscito a raggiungere l’obiettivo che la nazionale di Sagnol s’era prefissata, ovvero quello del salto di categoria. Ora gli tocca caricarsi il Napoli sulle spalle, così come ha fatto prima della sosta: del resto, in squadra, è il giocatore che tira più di tutti, 13 volte nello specchio, che prova più dribbling (38 tentati, 14 riusciti), uno degli imprescindibili di Antonio Conte, che ora potrà goderselo fino a marzo, quando ci sarà la prossima sosta per le nazionali.
Il rinnovo di contratto e il lavoro con Conte
Lo sprint di fine anno parte insomma anche da Kvara, in attesa di sviluppi sulla situazione contrattuale. Il ds Manna è stato chiaro: «Vogliamo premiare il percorso di Khvicha perché se lo merita, riconoscergli ciò che ha fatto». La scadenza nel 2027 è ancora lontana. Se non si risolverà in queste settimane, se ne parlerà insomma a giugno, ha detto chiaramente il direttore sportivo. Kvara vive questa situazione in modo apparentemente sereno e certamente serio, senza mai far mancare l’apporto alla squadra, senza lesinare sulla professionalità. L’ha sottolineato Conte, lo dimostra quello che Khvicha ha messo in campo in questa prima parte di stagione, basti pensare alla partita di San Siro contro l’Inter, quando dopo una chiusura su Dimarco ha esultato quasi come se avesse segnato un gol. È il nuovo Kvara, meno fioretto e più sacrificio, ma con numeri ancora sopra la media generale. Ora gli manca solo accendere il Maradona, illuminare la serata a Fuorigrotta e provare a oscurare - se giocherà - quella della Joya Dybala.