David Neres, la nuova stella del campionato

Leggi il commento sul talento azzurro protagonista del successo contro la Fiorentina
Pasquale Salvione
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Il campionato ha una nuova stella. I segnali erano già arrivati, ora c’è anche la conferma. Il Napoli ha portato in Italia un campione in grado di spostare gli equilibri, un funambolo che scatena la fantasia dei tifosi e ubriaca gli avversari. Arriva da San Paolo e ora è l’idolo del Maradona, l’ideale legame fra passato e presente che sta facendo esplodere David Neres. Grande tecnica, l’arte innata del dribbling, imprevedibile e a tratti immarcabile, un mancino naturale che riesce a segnare gol di destro come quello che ieri ha accecato il Franchi. Fino a qualche settimana fa, Conte lo aveva tenuto in naftalina. Lo utilizzava a sprazzi, soprattutto dalla panchina. Lo vedeva anarchico, pretendeva una crescita dal punto di vista tattico. Al momento giusto, complici anche i problemi di Kvara, lo ha lanciato nella mischia. Ha trovato un giocatore diverso, maturato, disposto anche al sacrificio che chiede a tutti i suoi giocatori. Una crescita in fase difensiva che non gli ha fatto perdere smalto in attacco. Ripartenze, accelerazioni, assist, gol: un repertorio completo che ha quasi offuscato ieri le pesanti assenze di Kvara e Politano.

Napoli, tutti i meriti di Conte

Il merito è ovviamente di Conte, l’artefice di un girone d’andata chiuso a 44 punti con una media superiore alle prime stagioni azzurre di Sarri e Spalletti. La vittoria di Firenze è la quarta consecutiva e soprattutto certifica una consistenza di gruppo ormai consolidata. L’identità di squadra non si perde nemmeno senza tre titolari. Il tratto delineato dall’allenatore è riconoscibile sempre, la capacità di approfittare delle leggerezze degli avversari testimonia quella cazzimma crescente che serve a chi vuole arrivare lontano. Lobotka il solito padrone a centrocampo, Anguissa e McTominay che abbinano qualità e quantità, Rrahmani che si è caricato la difesa sulle spalle senza Buongiorno. Anche ieri Conte avrà dovuto baciare i suoi giocatori uno ad uno, questo Napoli continua a volare.
L’esatto opposto di quello che sta succedendo alla Viola, che si è liquefatta nell’ultimo mese. L’ultima vittoria a inizio dicembre con il Cagliari, poi un pareggio e tre sconfitte. Era terza a tre punti dalla vetta, ora è sprofondata al sesto posto a -12. Palladino ha provato a cambiare registro contro il Napoli, ma la sua strategia si è rivelata fallimentare. La svolta della stagione era arrivata con il passaggio al 4-2-3-1, ieri la retromarcia e il ritorno al 3-4-2-1. Ha rinforzato la difesa, si è preoccupato di chiudere meglio le fasce, ma ha perso smalto e incisività in attacco. E poi ha pagato a caro prezzo gli errori commessi. Il primo del debuttante Moreno, ingenuo nell’occasione del fallo da rigore su Anguissa, e il secondo di Dodo, troppo leggero nell’azione del tris di McTominay che ha chiuso la partita. Il ripensamento nell’ultima mezz’ora è servito a poco, nelle prossime due sfide con Monza e Torino sarà vietato sbagliare. La Fiorentina non può essere quella dell’ultimo mese.


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