
Sembra anche lui cervo che esce di foresta, come diceva Boskov. Saranno le treccine, le movenze, l’eleganza o lo strapotere fisico, ma quest’anno quando in campo c’è Anguissa capita di avere un déjà vu. Sembra di veder giocare Gullit. Per carità, nessuna voglia di fare paragoni tecnici, l’olandese era di un’altra categoria. Ma questo Anguissa, fra i protagonisti principali dello scudetto di due anni fa, sta aggiungendo al suo repertorio le specialità offensive del Ruud milanista: 5 gol e 3 assist in 22 partite gli hanno fatto fare un altro step in avanti nel percorso di maturazione.
Il leone di Yaoundé è diventato indomabile, ora è un centrocampista completo, straripante, determinante. Con Spalletti aveva dato qualità, intensità, dinamismo e geometrie a un reparto che con Lobotka e Zielinski ricamava calcio in Italia e in Europa. L’anno scorso si era smarrito nelle sabbie mobili di una stagione da dimenticare. Quest’anno è tornato ancora più forte. Più decisivo, più efficace, più devastante. Vederlo giocare è uno spettacolo, perché ora abbina intelligenza tattica e generosità a una concretezza offensiva che sta sorprendendo tutti. È diventato un centrocampista box to box, come amano dire in Inghilterra. Difende, pressa, costruisce, rifinisce e finalizza. È dappertutto.
Conte ne sta tirando fuori una versione ancora migliore, nessuno immaginava di poterlo vedere a livelli così alti. Il lavoro dell’allenatore evidentemente paga, soprattutto quando trovi giocatori e uomini così. Sì, perché Frank è un esempio anche di stile e comportamento. Mai una parola fuori posto, mai uno scatto di nervi, sempre pronto ad abbracciare e a stringere la mano agli avversari in campo. Una guida per lo spogliatoio, un punto di riferimento di un gruppo che è disposto a fare la guerra (sportiva ovviamente) insieme al proprio allenatore.
In questo Napoli che vola Anguissa è una delle sorprese più belle. Nelle ultime tre partite è stato impressionante: due assist e due gol. Conte gliene ha chiesti almeno 8 stagionali, ne mancano solo tre in sedici giornate. Oltre ai colpi di testa e alle sgroppate coast to coast già viste in passato, ha aggiunto anche il tiro da fuori. Ora è dominante, con McTominay e Lobotka forma probabilmente uno dei migliori reparti di centrocampo del campionato. Nella vittoria di sabato con la Juve sono stati loro tre a cambiare le carte in tavola. Dopo un primo tempo complicato, sono saliti in cattedra, hanno preso in mano le chiavi della partita e le hanno nascoste. Quando decidono di farlo diventa difficile arginarli. Se il Napoli sogna a occhi aperti lo deve soprattutto a loro, ai dominatori del centrocampo. Con il tulipano nero Anguissa che si prende sempre la scena. Proprio come cervo che esce di foresta.