Napoli, i tre segnali per Conte
La nave è in tempesta, non c’è dubbio. Il terzo pareggio consecutivo certifica il momento di difficoltà del Napoli e mette a rischio il primato di Conte. Ma il comandante azzurro è riuscito ancora una volta a non far naufragare la barca. Tanti imprevisti, numerosi ostacoli, una squadra rimaneggiata e costretta a cambiare abito: c’erano tutti i presupposti per inciampare. Invece a Roma è arrivata un’altra prova di carattere e di spessore. Il Napoli soffre ma non si piega, lotta con tutte le forze, è duro a morire, ha lo spirito del suo allenatore. Va sotto, reagisce e la ribalta, cerca di difendere il risultato e subisce il pari solo nel finale. Più di questo era difficile fare in questo momento contro la pimpante Lazio di Baroni.
La risposta di Raspadori
Dall’Olimpico, comunque, il Napoli si porta a casa tre risposte importanti. La prima è quella che ha dato Raspadori. Il suo esordio in tandem con Lukaku è stato convincente, sotto ogni punto di vista. L’intesa con Big Rom non ha uno storico, ma sembra esserci a pelle. Perché i due si cercano e si trovano, l’azione con cui hanno confezionato il primo gol è il manifesto della doppia punta contiana nel classico 3-5-2. Ma Jack diventa fondamentale anche nella costruzione, soprattutto quando si affrontano squadre che pressano forte. Si abbassa a legare il gioco e riesce a mettere tutta la sua qualità nel fraseggio e nello sviluppo dell’azione, consentendo agli assaltatori McTominay e Anguissa di continuare a fare quello che sanno fare meglio in fase di possesso. La sua presenza in campo toglie anche un po’ di pressione a Lukaku, non più accerchiato da tutta la difesa avversaria. La soluzione della doppia punta può essere un’arma in più in questo rush finale.
Napoli, un Buongiorno ritrovato
Così come potrà essere fondamentale da qui in avanti Buongiorno, rientrato ieri dopo due mesi e mezzo. Il Napoli è riuscito a sopperire alla sua assenza grazie alle ottime prestazioni di Juan Jesus, ma non c’è dubbio che con l’ex del Torino in campo lo scenario cambia. La sua esuberanza, il suo strapotere fisico e la sua capacità di vincere i duelli sono cruciali per la difesa azzurra. Ieri ha giocato solo un’ora, ma la sua condizione crescerà di settimana in settimana. A inizio marzo contro l’Inter potrà essere al top.
Politano e la panchina 'corta'
Il terzo segnale importante che arriva dal pareggio con la Lazio in realtà è una conferma di quello che Conte ripete da tempo. La qualità della rosa del Napoli non è la stessa delle sue rivali scudetto. L’esempio lo ha dato ieri l’ingresso di Politano. Quando è entrato la squadra ha cambiato faccia, ha avuto un sussulto, si è scossa. Avere in panchina giocatori che possono dare una svolta è un lusso che Conte non può più permettersi. Fino a un mese fa, quando si girava dietro, poteva mandare a riscaldare Neres. Adesso giocatori dall’impatto rapido non ce ne sono. Politano in questo è molto bravo, anche nell’anno dello scudetto è stato spesso decisivo quando entrava al posto di Lozano. Ma in questo Napoli si fa fatica a lasciarlo fuori. Soprattutto ora che l’equipaggio ha molte defezioni. La nave è in tempesta, ma il comandante non molla. Il porto è ancora un miraggio, ma lui vede più lontano di tutti.
