Conte, che intuizione: ora Gilmour se la gioca. Cosa può aggiungere al Napoli

Grande protagonista al posto di Anguissa, lo scozzese aumenta le soluzioni a disposizione
Fabio Tarantino
5 min

Non è mica detto che uno entra e l'altro esce. Soprattutto se l'altro è Billy Gilmour, ovvero il tuttofare del centrocampo che in silenzio ha atteso la propria occasione e poi a gran voce, pur senza mai parlare, ha allestito i presupposti per restare perno del Napoli anche con il rientro di Anguissa (che ieri non ha partecipato alla sfida del suo Camerun contro l'Eswatini non essendo ancora al top della forma). Dopo la sosta, dunque dal Milan in poi, appuntamento per il 30 marzo al Maradona, Conte avrà una panchina più larga, ci sarà anche Frank - che è entrato nel finale con il Venezia dopo la lesione distrattiva del muscolo soleo della gamba destra - come opzione dal primo minuto, eppure la coppia Lobotka-Gilmour, accanto all'insostituibile McTominay, ha dato garanzie, ordine, geometrie e sostegno alla difesa. In sintesi, l'intuizione di Conte per la partita contro l'Inter, la prima senza Anguissa infortunato, ha dato i risultati sperati, è stata una mossa vincente riproposta anche contro la Fiorentina e poi al Penzo. Ora, a nove giornate dal termine, Gilmour - che Conte ha conosciuto giovanissimo ai tempi del Chelsea - si prenota per un finale di stagione da protagonista. Lo ha meritato sul campo. Parola (e scelte) a Conte. Si vedrà. 

L'impegno di Gilmour

Gilmour, intanto, pensa alla nazionale. Con l'amico e compagno Scott sfideranno oggi la Grecia per l'andata degli spareggi di Nations League. Il ritorno domenica. A dispetto dell'età, 23 anni, Billy è una sorta di piccolo veterano, ha già raccolto 36 presenze con la sua nazionale e tante ancora sono già prenotate per il futuro. McTominay lo chiama Maestro, appellativo social molto apprezzato dai tifosi, che in lui riconoscono un alleato di Lobo, un'alternativa al suo calcio, un complice di manovra per aprire difese chiuse. Come accaduto contro la Fiorentina. Forse l'apice della sua prima stagione al Napoli con l'assolo che ha portato al raddoppio di Raspadori. 

Il calcio di Gilmour

Billy ha recuperato palla a centrocampo, ha subito verticalizzato, si è proposto arrivando quasi sulla trequarti, quindi d'esterno destro ha servito Lukaku che a sua volta ha apparecchiato per il bis di Jack. Quell'azione, da manuale, ha descritto cosa voglia Conte da Gilmour e cosa lui sappia offrire al suo allenatore e alla squadra. Una regia mobile, una ricerca frenetica dell'orizzonte anche più lontano, l'istinto della verticalizzazione, quella profondità che spesso occorre in una squadra che si appoggia a Lukaku e veloce vuole arrivare in porta, senza fronzoli. Gilmour è perfetto per questo tipo di calcio - con il Venezia per la seconda partita di fila ha toccato più palloni di Lobotka - e in più unisce tanta sostanza e corsa. 

La scelta di Conte

È una fortuna per Conte, ora che Anguissa rientra, poter avere un dubbio simile, elogio alla profondità di un reparto in cui c'è abbondanza di soluzioni. Arriverà presto il tempo delle scelte, la partita contro il Milan è ancora distante, ma una cosa è certa, una conferma ulteriore: di Gilmour ci si può fidare. S'era capito a ottobre, quando per cinque partite di fila aveva sostituito l'infortunato Lobotka ricevendo anche gli elogi pubblici del suo allenatore a San Siro contro il Milan. Ora, dopo tre mesi d'attesa con una ventina di minuti raccolti in 14 partite senza mai agitarsi per tornare in vetrina, è arrivata la conferma in un ruolo inedito, quello di play-spalla, una sorta di finta mezzala accanto a Stani. Una soluzione vincente, da riproporre, per un finale di stagione che si preannuncia caldo. 

 


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