Il Napoli ha bisogno del vero Neres: settebellezze per sognare

Nella sfida all’Inter con lo scudetto, David deve ritrovare la verve vista prima dell’infortunio: Conte ci punta
Fabio Mandarini
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E ora, palla e parola a Neres. Il vero sostituto di Kvara, l’unico plausibile alla luce di tutto quello che è accaduto in questa stagione divisa in due: è stato lui, David da San Paolo del Brasile, a colmare il vuoto dell’infortunio di Khvicha prima della cessione e anche quello creato dall’addio. Almeno fino a quando la coscia sinistra non è andata in tilt: da Udine all’Udinese, la meravigliosa serie delle sette vittorie consecutive da scudetto più due pareggi, il crocevia del destino di un campionato che a dicembre aveva trovato il nuovo profeta delle fiamme sacre sulla fascia sinistra prima del diluvio di febbraio. Pioggia sporca che ha spento il fuoco di Neres, infortunato, e di conseguenza quello del Napoli. Sia chiaro: Conte ha perso in sedici giorni tutti gli alfieri della sinistra, Olivera prima della Juve e Spinazzola dopo la Roma, ma a pesare tremendamente sul potenziale offensivo e sull’imprevedibilità della squadra è stata soprattutto l’assenza di David. David che ora è tornato ma non troppo: appena sufficiente con il Milan al rientro dopo cinque giornate senza calcio, con l’attenuante dell’odore di un mese di naftalina tutto intorno; peggiore in campo contro il Bologna. Spento ancor prima che l’interruttore invisibile lasciasse il Napoli al buio. Ora, però, c’è l’Empoli: lunedì al Maradona. E poi Monza, Torino, Lecce, Genoa, Parma e Cagliari: sette giornate per lo scudetto, sette partite da riempire di quell’aria invernale e di quel giocatore capace di colmare i vuoti. Neres settebellezze.

Neres, è il tuo momento: i numeri con il Napoli

La notte di Udine, 14 dicembre 2024, è quasi passata alla storia come quella del destino: Kvara s’era infortunato contro la Lazio e così, per la seconda volta in stagione, Conte lanciò Neres nel tridente dal primo minuto. L’inizio di un’era e risultati eccellenti. E poi ancora con Genoa, Fiorentina, Atalanta, Juve: sette vittorie consecutive per il Napoli, la prova di forza al Gewiss con la Dea, la nuova scalata in cima alla classifica, il rispetto e il timore di incontrare una corazzata ritrovata. Un neo? Pochi gol (appena 2) a fronte di un buon numero di assist (4 più un autogol provocato a Udine). Il dato saliente? Mentre Neres saltava uomini come birilli e trascinava la squadra, Kvaratskhelia salutava tutti: prima in silenzio, guardando in borghese le partite dei suoi futuri ex compagni mentre il club definiva l’affare con il Psg, e poi ufficialmente in volo su Parigi. Sembrava tutto rose, fiori e sogni di gloria. E in effetti lo era, lo è stato fino a quando Neres non s’è infortunato contro l’Udinese al Maradona, chiudendo il cerchio imperfetto aperto a Udine. Nove partite: tanto è durato il Napoli di Neres. E poi, arrivederci a tutti: fuori dal 15 febbraio al 16 marzo con tre pareggi contro Lazio, Inter e Venezia; una sconfitta con il Como; una vittoria con la Fiorentina. 

Arriva Neres per la volata scudetto

Neres ha lasciato il Napoli al primo posto e l’ha ritrovato al secondo: la vetta è affondata nel lago e anche un po’ in laguna, due delle grandi chance sprecate dalla squadra nel periodo di flessione inaugurato con la chiusura del mercato. Dicevamo: David è rientrato da un paio di giornate, Milan e Bologna, ma al di là di qualche sgasata contro il Diavolo non è andato. Anzi, al Dall’Ara ha sofferto anche nel corso del gran primo tempo giocato dalla squadra. L’unico dei suoi: evidentemente non ha ancora ritrovato il ritmo partita e soprattutto la brillantezza tutta spunti, assist e uno contro uno che dal momento del suo ingresso in pianta stabile ha trasformato il gioco offensivo del Napoli, aumentandone il tasso di rapidità e imprevedibilità. Ci può stare che la condizione non sia quella dei tempi migliori, per carità, ma il fatto è che i suoi valori sono imprescindibili per tenere testa all’Inter fino alla fine nella lotta scudetto. Serve un ultimo sforzo, anzi sette. Serve il vero Neres. 

 

 

 


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