Giovanni Di Lorenzo insegue un sogno e l’uomo dei sogni: se la squadra di Conte riuscirà nella grande impresa di vincere il campionato, eguaglierà Diego Armando Maradona per numero di scudetti conquistati da capitano del Napoli. In tempi addirittura più brevi: Maradona trionfò nelle stagioni 1986-1987 e 1989-1990, mentre Di Lorenzo ha alzato la terza coppa nel 2022-2023 - interrompendo un digiuno di trentatré anni - e bisserebbe dopo l’intervallo di un solo campionato. Due titoli in due anni solari facendo addirittura prima del Mito. Entrando a sua volta nel mito. È una prospettiva da brividi, senza retorica, ma anche l’ennesima lezione sull’imprevedibilità della vita: soltanto un anno fa, Di Lorenzo era deciso a lasciare il Napoli. Poi, ha ricominciato a sognare.
Di Lorenzo, qua la mano
Meravigliosa e meravigliosamente dinamica, l’esperienza napoletana del capitano. Con punte di frenesia: il 4 maggio 2023 festeggia il terzo scudetto del Napoli; a fine maggio 2024 pensa seriamente di lasciarlo, stritolato da quello che lui stesso con enorme onestà definì un momento di (umanissima) crisi; oggi, cioè fino al weekend del 25 maggio, giocherà per il quarto scudetto. Per sedersi alla destra del Diego, pareggio, due a due, qua la mano. Si scherza, per carità, però mai con la scaramanzia: la prospettiva esiste ed è concreta dopo che l’ultima giornata ha offerto il sorpasso del Napoli sull’Inter al primo posto della classifica con tre punti di vantaggio, ma le prossime quattro partite saranno infuocate. Soprattutto la trasferta di sabato a Lecce e la prossima a Parma: la squadra di Giampaolo, reduce dal pareggio con l’Atalanta a Bergamo, è ancora quartultima e invischiata fino al collo nella lotta per non retrocedere con 27 punti; il Parma, invece, è un po’ più su, quintultimo a 32 punti con il Verona, sicuramente più sereno ma non ancora aritmeticamente salvo. In un solo concetto? Nel calcio non c’è teoria, soltanto pratica: sarà ancora lunga e dura.
Napoli, destino Lecce
Il futuro è da scrivere, ma il presente e il passato sono certezze strettamente collegate dal filo del destino: fu proprio nei pressi dell’ultima dello scorso campionato con il Lecce, datata 26 maggio 2024, che Di Lorenzo palesò alla società la sua intenzione di ricominciare altrove e ora, alla vigilia di un’altra partita con il Lecce, dovrà aiutare il Napoli a scalare un’altra vetta come ha fatto dal 2019 senza mai fermarsi. Difendendo il primo posto ritrovato dopo otto giornate e meglio ancora rafforzandolo. Tra l’altro, la partita-sipario di un anno fa offrì anche una scena da cancellare: fischi per Di Lorenzo alla sostituzione. Il Napoli salutava la stagione dei paradossi post scudetto 2023 dopo un’inesorabile caduta a picco con rarissimi momenti di dignità da campione e la gente era inferocita, ma il capitano è sempre stato l’ultimo ad arrendersi. Un esempio vero. Mettiamola così: anche gli innamorati vivono crisi e oggi è tutto più bello di prima. Appuntamento a sabato, giorno della partita numero 34 di una stagione che Giovanni ha giocato quasi per intero, e sempre dal primo all’ultimo minuto, saltandone solo una per squalifica. E contro il Toro, nonostante il colpo rimediato in uno scontro con Milinkovic-Savic, è rimasto al suo posto fino alla fine. Come ogni volta, stringendo i denti. Non esiste il dolore, esiste un sogno. Esiste un capitano.