Il Napoli di Conte vanta un record: mai era successo nella sua storia

Gli azzurri finora hanno subìto 25 gol: mai così pochi nell’era dei tre punti e della Serie A con 20 squadre. Il reparto è già il meno battuto d’Europa e conta 17 clean sheet
Fabio Mandarini
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Il Napoli di Antonio Conte non ha soltanto la migliore difesa dei cinque tornei top d’Europa (Serie A, Premier, Liga, Bundesliga e Ligue 1): dopo 35 giornate, vanta anche la miglior difesa della storia del club nell’era dei tre punti e del campionato a venti squadre. Un primato da difendere in tutti i modi, è lo scudetto a chiederlo. Il gruppo ha subìto finora 25 gol, poco più di mezzo a partita (la media è 0,7), tre meno dei 28 incassati in 38 giornate dal Napoli di Luciano Spalletti campione d’Italia nel 2023. Quella fuoriserie, sotto il profilo difensivo, mantiene per ora il vantaggio nei clean sheet: furono 18 alla fine, contro i 17 collezionati finora dalla capolista di Conte. Anche questo, però, è un primato stagionale: nessuno come gli azzurri nei cinque top campionati europei. E ce n’è un altro da raggiungere: se la porta di Meret resterà blindata contro Genoa, Parma e Cagliari sarà record assoluto del club nell’era dei tre punti e delle venti squadre. Tenere così alti i numeri della difesa non è stata e non sarà un’impresa fine a se stessa: è la linfa che ha alimentato la maratona e che nutre il sogno scudetto.  

Napoli, Conte è uno specialista della difesa

Per la cronaca: i magnifici di Spalletti, nel 2023, chiusero con 18 clean sheet, ma meglio era riuscita a fare con 19 la squadra di Sarri che nella stagione 2017-2018 sfiorò lo scudetto perso con 91 punti contro i 95 della Juventus. Conte, comunque, è uno specialista dell’ermetismo difensivo: la sua Juve 2011-2012 vinse lo scudetto subendo 20 gol (come quella di Allegri 2015-2016); e ancora la sua Juve 2013-2014 si laureò campione con 22 clean sheet (come quelle di Allegri 2015-2016 e 2017-2018). Si tratta di primati assoluti nell’era dei tre punti e della Serie A a venti squadre.  

Napoli, il sistema difensivo di Conte

E pensare che questo campionato era cominciato nel modo peggiore possibile per il Napoli: perdendo 3-0 a Verona contro l’Hellas. Una disfatta difensiva. Una disfatta e basta. Ma anche un crollo che rende più maestoso il grattacielo costruito sulle macerie della squadra sparita nell’ombra dello scudetto 2023 ma gradualmente resuscitata a partire dalla seconda giornata: 3-0 con il Bologna al Maradona, primo clean sheet, prima vittoria e primo segnale di un’organizzazione difensiva che ora è universalmente riconosciuta. A prescindere dal modulo: Conte difende a quattro, a cinque, a quattro e mezzo grazie ai movimenti di Politano, la chiave tattica e l’equilibratore dei meccanismi difensivi. E a prescindere dagli uomini: la rifondazione è stata imperniata su Buongiorno, un gladiatore che da dicembre ai giorni nostri è stato costretto a saltare dodici partite su diciannove per infortunio (l’ultima a Lecce). Conte, poi, ha rilanciato una delle migliori versioni napoletane di Juan Jesus e ora che JJ ha dovuto abbandonare la scena per un problema muscolare, senza Buongiorno e con Rafa Marin tornato in panchina dopo il debutto a Monza dal primo minuto, il tecnico s’è inventato la quarta soluzione: Olivera, un terzino sinistro, da centrale. Marcatore alla maniera di Bielsa nella Celeste. Risorse infinite ma anche la certezza di possedere un orologio svizzero: è tutta la squadra a garantire pressioni, riaggressioni, distanze corrette e scivolamenti da olimpionici del sincronizzato. La conferma? Le ultime quattro vittorie con quattro clean sheet sono state realizzate con quattro linee difensive differenti: è il Napoli a funzionare. A proposito: se con il Genoa arriverà il quinto successo senza subire sarà un altro primato. Dettagli. Però da scudetto.  

 

 


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