Da Di Lorenzo a Lobotka: i 10 calciatori del Napoli che “sanno già tutto” sullo scudetto© Getty Images

Da Di Lorenzo a Lobotka: i 10 calciatori del Napoli che “sanno già tutto” sullo scudetto

Dal titolo al 10° posto, ora il nuovo sogno in appena 750 giorni
Fabio Tarantino
5 min

Potevano passare in fretta e invece sono sembrati eterni questi 750 giorni che dividono il trionfo di Udine dalla speranza del Maradona, dal terzo scudetto atteso 33 anni al quarto che arriverebbe con l’intervallo di una sola stagione che nessuno aveva messo in conto, quella del decimo posto che è sembrata solo una fastidiosissima parentesi. Dieci c’erano già nel 2023 e riconoscono quell’attesa che non concede sonno, l’adrenalina e l’entusiasmo della città dal quale ripararsi almeno fino a quando non arriverà il momento di fare festa. Stavolta, rispetto a due anni fa, la felicità potrebbe esplodere a Fuorigrotta, la dimora che Meret, Di Lorenzo, Rrahmani, Olivera, Juan Jesus, Anguissa, Lobotka, Raspadori, Simeone, e Politano conoscono fin troppo bene. Sono i reduci della prima loro volta, il blocco di veterani che guidano tutti gli altri forti di un’esperienza che li rende anche resistenti all’urto della passione collettiva.

Scudetto a due a due per il Napoli

Il secondo scudetto in tre stagioni vorrebbe dire eguagliare Maradona e gli immortali del 1987 e del 1990. Un doppio trionfo in due anni solari tondi che porterebbe la firma di Aurelio De Laurentiis. Anche lui, in caso di fumata azzurra, raggiungerebbe il doppio scudetto di Corrado Ferlaino con la differenza che i successi dell’ingegnere furono racchiusi in tre anni solari. Ha fretta di tornare a festeggiare, Adl, l’artefice della rinascita con la scelta Conte, l’arrivo di Manna, il mercato dei vari Buongiorno, McTominay, Neres, Lukaku, la fiducia riposta nel gruppo di cui fanno parte fedelissimi pronti al bis, alla replica. Questa, però, avrebbe un sapore diverso. Unico.

Le colonne del passato e del presente: chi sono

Lo ha ricordato spesso Conte durante la stagione: mai il Napoli aveva vissuto un campionato così equilibrato con margine d’errore minimo. Punto a punto con l’Inter. 79 a 78 a novanta minuti dalla fine. I dieci superstiti del 2023 vissero, con Spalletti, un’annata particolare. Dominanti e imprendibili, chiusero virtualmente i giochi ben prima dell’arrivo della primavera e aspettarono solo di capire quando sarebbe stato possibile far festa. Adesso, invece, resiste l’incertezza, l’eccitazione ma anche quel sano timore figlio dell’imprevedib ilità degli eventi. È tutta qui la differenza tra ieri e oggi, tra il 4 maggio 2023 e il 23 maggio 2025, tra quello scudetto già cucito e questo ancora in costruzione. Meret anche allora fu protagonista di parate decisive, Rrahmani era il perno della difesa accanto a Di Lorenzo, l’ex Kim e Olivera che, arrivato solo in estate, si alternò con Mario Rui a sinistra mostrando subito pa dronanza del ruolo e del contesto. Alle loro spalle Juan Jesus, ex svincolato, garantiva esperienza e un’alternativa di lusso; Lobotka e Anguissa erano già veterani del centrocampo e si sono confermati nel tempo; con loro Politano che è a Napoli da cinque anni e ha riscritto la storia che, sempre nell’estate 2022, quella della rivoluzione, accolse l’entusiasmo di Simeone e Raspadori, attaccanti di scorta dai gol pesanti. Il gruppo è solido, ha sfidato le insidie del tempo, ha resistito al disagio di ritrovarsi, un anno fa, a competere per obiettivi distanti dalle proprie abitudini fino a scomparire del tutto da ogni duello che avesse un senso. L’ultima annata è stata l’eco che ancora risuona alla vigilia della partita dell’anno. D’altronde Conte era stato chiaro a giugno nel giorno della presentazione: quel decimo posto non andava del tutto dimenticato. Serviva legarselo al dito quasi fosse filo di aquilone con cui tornare a volare. 

 

 


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