Roma, Ranieri: «Potevamo capitalizzare di più»

Il tecnico giallorosso è rammaricato per il pareggio ottenuto a San Siro: «Eravamo venuti per vincere»
Roma, Ranieri: «Potevamo capitalizzare di più»© LAPRESSE
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MILANO - «Eravamo venuti qui per cercare di vincere, potevamo capitalizzare di più nel primo tempo e contrattaccare meglio nel secondo, siamo stati troppo schiacciati». Il pareggio contro l'Inter a San Siro non soddisfa Claudio Ranieri, lanciato con la sua Roma nella ricorsa al quarto posto. «In alcune occasioni - prosegue il tecnico - l'Inter è stata brava facendo subito fallo. Venire qui ed essere in corsa fino all'ultimo minuto per vincerla è importante».

LA PARTITA - La squadra giallorossa ha fatto meglio nel primo tempo rispetto alla ripresa: «Non c'è stato un nostro calo fisico, ma sappiamo che l'Inter è una delle squadre che ha segnato più gol negli ultimi 15'. Parlerò con i ragazzi, ho detto di giocare senza paura, volevo vedere una gara di voglia da parte loro. Vecino è l'uomo che si inserisce senza palla, doveva seguirlo un centrocampista, in quel momento evidentemente Florenzi è andato a prendere quello più vicino alla porta, forse Cristante avrebbe dovuto seguire Vecino. Purtroppo è andata così. Ai ragazzi chiedo sempre di essere squadra ed essere compatti, se abbiamo forza le nostre qualità non sono poche, sugli esterni c'è tanta qualità. Ho cambiato qualcosa a centrocampo perché ci stavano facendo male tra le linee. A me piacerebbe fare tante cose, in questo momento è importante riuscire a fare quello che siamo in grado di fare, visto che non ho tutti i giocatori al meglio».

FLOP ITALIANE IN EUROPA - Le recenti uscite della Juventus dalla Champions e del Napoli dall'Europa League sono prese a esempio come spunto di riflessione. Ranieri racconta la sua esperienza con le realtà estere: «La pressione psicologica blocca i nostri giocatori, i nostri allenatori. Lì c'è meno tattica, meno allenamento ma in campo spingono a tutta. Quelli che si adattano lì possono continuare, gli altri non ce la fanno, questo è il loro segreto. Non hanno pressione, quando ero al Leicester in pochi abitavano lì e facevano tantissimi chilometri al giorno. Ho fatto costruire io la sala mensa. Tu giochi la partita a mille e ti pesa di meno tutto, non ho cambiato molto gli allenamenti dalla Premier a qui».


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