Cassano: "Al Real mi sono bruciato. Sogno un futuro da ds"

L'ex attaccante: "Da giocatore sono buttato via, forse sono stato uno dei più grandi talenti degli ultimi 15 anni. Sono genio e sregolatezza".
Cassano: "Al Real mi sono bruciato. Sogno un futuro da ds"© LAPRESSE
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ROMA - A tutto Cassano. Il talento di Bari vecchia ha raccontato il suo passato da giocatore, ma anche cosa gli riserverà il futuro ospite di Sky Sport 24. Antonio sta studiando per diventare presto direttore sportivo, per ritornare così nel mondo del calcio: "Da giocatore sono buttato via, forse sono stato uno dei più grandi talenti degli ultimi 15 anni. Sono genio e sregolatezza. Non mi volevo allenare, ho oltrepassato tante volte il limite. Un film sulla mia vita? Si potrebbe fare. Sono cambiato, soprattutto da quando ho avuto figli. Dovevo dare loro degli insegnamenti, e devo ringraziare mia moglie perché mi ha dato una grande mano nel cambiare mentalmente".

Rimpianti.
"Il mio più grande rammarico è stato quando a 23 anni sono andato al Real Madrid e ho commesso errori clamorosi, dei veri disastri. Ho buttato via una grande occasione, ero in squadra con i più grandi di sempre. Capello? Ha fatto già tanto per me, arrivai sei mesi prima a Madrid, dopo la preparazione e aver perso 16 kg feci due gol nelle prime tre gare. Poi la quarta gara sono stato sostituito e sono impazzito, mancandogli di rispetto. Lui tratta tutti alla stessa maniera, se gli manchi di rispetto ti cancella. Io ho fatto poco per lui".

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La carriera futura.
"Ferrerosi aspetta una risposta da me? Devo ringraziare Piero (Ausilio, ndc), il miglior direttore sportivo in circolazione solo che non si vende bene. Mi sono incontrato con lui e ci siamo presi del tempo e dovevamo incontrarci in questo periodo. L’idea di fare il direttore sportivo c’è, voglio capire se lui non ha cambiato idea: il mio sogno è fare il direttore sportivo, la mia vita è il calcio. Se intraprendo questa carriera la prima persona che contatto è Adani: è qualcosa fuori dal mondo, conosce tutto e ti spiega tutto. Se dovessi avere un’opportunità, chiamerei lui".

Sul Bari.
"Potevo concludere la carriera lì. Sono stato molto vicino al ritorno ma non me la sono sentita di ricominciare dalla Serie B. Non bisogna mai tornare nella propria città se ci si è già giocato".

Un consiglio per diventare un calciatore?
“La cosa prioritaria è divertirsi fino ai 15-16 anni e poi devi essere fortunato ed essere baciato da Madre Natura. Non c’è una ricetta sicura per fare il calciatore, ci sono tante situazioni che ti portano a farlo, serve anche un pizzico di fortuna”.

Euro 2004 il maggior rammarico della carriera?
“Il mio più grande rammarico è quando, a 23 anni, vai al Real Madrid e non sfruttare quell’occasione. Tutti pagherebbero di tasca loro per andare nei Galacticos, è stata la maggior scemenza del calcio, mi sono bruciato. C’erano Ronaldo, Zidane, ho buttato via un’occasione clamorosa”.

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Capello ha il rammarico di non essere riuscito a “controllarti”…
“Lui ha fatto tantissimo per me, con il Real Madrid mi ero rimesso in sesto. Dopo aver giocato 2-3 partite di fila, alla quarta mi ha messo fuori e io sono andato fuori di testa e ci ho litigato. Se gli manchi di rispetto ti fa fronte ma lui mi ha ridato un’occasione a due giornate dalla fine, io ho fatto poco per lui e lui tanto per me”.

La miglior esperienza in carriera?
“Dico la Sampdoria dove abbiamo raggiunto un quarto posto, un sesto posto, una finale di Coppa Italia. Penso che questa sia l’esperienza migliore, poi ho conosciuto mia moglie a Genova e vivrò qui per il resto della vita. Un ritorno al calcio? Ad oggi c'è solo una squadra che potrei accettare, con contratto in bianco, l'Entella”.

Qual è il giocatore più forte in carriera che hai affrontato?
“Il calciatore più forte che mi ha fatto dannare l’anima era Maldini. Con gli altri difensori come Nesta, Cannavaro, Samuel sapevo come metterli in difficoltà ma con Maldini non sapevo come fregarlo, era rapido, forte fisicamente, aveva personalità. Per me è stato il difensore più forte che abbia incontrato a livello mondiale”.

Rapporto con Ibrahimovic?
“Straordinario, io giocavo per lui. In allenamento si allenava al 100%, l’unica cosa è che al suo fianco non c’era un grande campione si arrabbiava, gli altri avevano difficoltà mentre con me non c’era. Dopo Ronaldo il Fenomeno e van Basten, come centravanti dico Ibrahimovic”.

Allenatore preferito?
"Fabio Capello".

Ti ricordo com'eri soprannominato a Roma? Ti senti più Fantantonio o Peter Pan?
"Mi chiamavano Peter Pan e così morirò. Fantantonio mi sembra che me lo diede Ivan Zazzaroni, sono legato a Peter Pan perché mi fa sentire piccolo".

Cosa ti disse Collina quando hai rotto la bandierina in Roma-Juventus 4-0?
"Mah niente, mi chiese cosa mi fosse passato per la testa (ride, ndr)".

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Zaniolo può essere tra i più forti al mondo?
"Tra i più forti al mondo non penso, non lo vedo come un talento tipo Sancho che ha un talento fuori dal normale. Per me Zaniolo è una mezzala".

Con quale compagno ti senti più legato?
"Il Pupo (Totti, ndr) e Bobo Vieri. Totti è più introverso, un figlio di una buona donna (ride, ndr). Vieri, invece, è un pazzo scatenato".

Quale bomber ha più beneficiato dalla tua presenza?
"Pazzini ha fatto 40 gol con me in due anni, poi ne ha fatti 60 negli altri dieci...".

Qual è stato il giocatore con il quale hai avuto il miglior feeling?
"Francesco Totti, c'era un'affinità imparagonabile. Quando lui aveva la palla io già sapevo cosa avrebbe fatto, ho avuto un feeling pazzesco con Totti".

Quanto piacere le fa essere stato così amato?
"Due anni fa ho fatto una vacanza in Oman, anche lì la gente mi dava tanto affetto. Penso che nel calcio non devi vincere per lasciare un segno, io ho ricamato sul mio personaggio ma quello che ho dato al calcio penso rimarrà nella mente di chi ha vissuto il calcio alla mia epoca. Potevo fare dieci volte di più, ma penso che la gente apprezzi soprattutto il mio pensiero nudo e crudo in un mondo dove c'è tanta ipocrisia".

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