Mourinho: “L'arbitro? Non parlo per proteggermi. Avrei voluto Peres e Jesus"

Le parole del tecnico giallorosso al termine del match contro il Venezia: "Roma non migliore della scorsa stagione. Dobbiamo puntare sempre al quarto posto"
Mourinho: “L'arbitro? Non parlo per proteggermi. Avrei voluto Peres e Jesus"© Getty Images
6 min

ROMA - La Roma crolla anche contro il Venezia e arriva alla sosta nel peggiore dei modi. Al Penzo finisce 3-2 per la squadra di casa, a nulla sono servite le reti di Shomurodov e Abraham. Ancora un episodio arbitrale discusso dai giallorossi con il contatto tra Kiyine su Ibanez prima del rigore concesso da Aureliano sul presunto fallo di Cristante su Caldara. Da sosta a sosta: una sola vittoria nelle ultime 7 partite tra campionato e Conference. In Serie A solo 4 punti su 15 a disposizione in cinque gare. Al termine del match Mourinho è intervenuto ai microfoni delle emittenti televisive. 

Queste le parole di Mourinho a Sky.

È mancata cattiveria davanti?
“Difficile dire cattiveria, per me la storia è il nostro gioco offensivo. Abbiamo creato tante occasioni, siamo arrivati in posizione super pericolosa ma non riesci a fare cross o l’ultimo gol, abbiamo avuto una facilità tremenda ad arrivare là davanti. I due attaccanti si sono mossi bene, parte della storia del match è il nostro gioco offensivo ed è difficile commentare il fatto che abbiamo fatto solo 2 gol. C’è una storia più piccola poi, subìto il primo gol su palla inattiva, poi il terzo gol è un’interpretazione negativa del fuorigioco che non ci è riuscito. C’è la storia più piccola, che poi diventa importante che è il secondo gol del Venezia… Devo proteggere me stesso e devo rimanere con le mie sensazioni e non dire niente”.

Si riferisce all’arbitro?
“Potrei anche parlare dei calciatori che andavano ammoniti per falli tattici, abbiamo avuto tante occasioni per fare il 3-1, la più evidente quella di El Shaarawy, però la realtà è che stiamo 2-1 e in controllo e poi quello che è successo… non voglio dire niente più, preferisco dire solo che è stato un momento molto importante per la partita”.

Non riesce a dare equilibrio alla squadra.
“Questa è la tua opinione. Devo dare ambizione e motivazione non solo a me stesso, ma anche ai giocatori. Non significa che siamo da quarto posto se vogliamo arrivare quarti, non ho mai detto che eravamo da quarto posto però continuerò a dire che il quarto posto è il nostro obiettivo. Per qualche ragione, siamo sesti/settimi e lo sforzo della società questa estate è stato un mercato più reattivo, non penso che questa rosa sia meglio dell’anno scorso, abbiamo perso giocatori di esperienza. I due terzini in panchina erano Reynolds e Tripi, uno è della Primavera e l’altro ha fatto 2-3 partite in Serie A. Bruno Peres sarebbe utile, Jesus sarebbe utile, il mercato è stato di reazione, mi sono allineato con la società e il direttore. Il portiere è stata una scelta iniziale che ho detto io, poi un terzino è stato di reazione perché abbiamo perso Spinazzola, così Abraham è stato un acquisto di reazione. Non possiamo pensare ad obiettivi chiari, ho tre anni di tempo per lavorare e questa può anche essere una stagione così, ma per me è importante per capire qualcosa che quelli prima di me non avevano capito, ora capisco di più rispetto a uno-due mesi fa. Le squadre si costruiscono in una certa maniera, se non hai soluzioni in più ruoli devi diventare reattivo. Al di là di una partita sufficiente per vincere, abbiamo avuto difficoltà nella costruzione della squadra, Karsdorp è stato ammonito… al Milan se esce Kjaer entra Romagnoli, nell’Inter c’è Dumfries al posto di Darmian. Noi siamo in costruzione e la nostra motivazione sarà sempre il quarto posto finché è possibile, dobbiamo mettere un target e si deve sempre mettere un target al di là del proprio potenziale. Ci sono delle cose che sono nascoste negli anni e un giorno le capirò”.

Queste le parole di Mourinho a Dazn

Perché la sconfitta?
“Si può dividere la storia della gara fra il dominio di un calcio offensivo fatto da noi senza riuscire a segnare, due gol sono pochi. Questa partita potevi fare 4 o 5 gol. Poi possiamo mettere il primo e il terzo gol concessi. Il primo gol su palla inattiva; il terzo su contropiede. Non si possono rischiare questi gol. Poi c’è stato un momento in cui mi devo controllare, il secondo gol. Abbiamo iniziato il secondo tempo con l’oobiettivo di chiudere la gara, il secondo gol loro ha cambiato la partita. Io sono qui a parlare, non l’arbitro o il VAR”.

Cosa la fa arrabbiare?
“Non ne voglio parlare. Le regole sono fatte da chi non ha mai giocato a calcio, poi c’è l'interpretazione della regola e poi c’è la valutazione del dubbio. A fine stagione si tirano le somme con un punto di equilibrio negli errori arbitrali, ma adesso non è così. Meglio stare zitto”. 

La squadra deve subire gol per avere una reazione?
“Difficile essere d’accordo con te. Dopo l’1-0 abbiamo reagito subito, il rigore e alcune occasioni. Loro hanno avuto solo un contropiede. Abbiamo avuto controllo, dominio e occasioni. Il primo gol non ha cambiato tanto nei primi minuti. Il nostro obiettivo era chiaro, lo si può vedere anche nel secondo tempo, abbiamo sbagliato un gol con El Shaarawy”.

Quindi lei è soddisfatto della Roma?
“No, abbiamo dei problemi, ma quando si costruisce una squadra bisogna partire da un modello di gioco. Quando una squadra è squilibrata, perdi vari giocatori tra infortuni e cartellini ci si deve inventare delle soluzioni. Non abbiamo 2 giocatori per posizione, le altre sì. La rosa ha delle limitazioni e non è una critica alla mia società, sappiamo i lavori fatti in estate per pulire situazioni insperate. Non è la stagione per pensare in grande, però devo elevare l’ambizione e le motivazioni della squadra. Finché non c’è la matematica dobbiamo pensare al quarto posto”.


© RIPRODUZIONE RISERVATA