Mourinho presenta l’attacco show: ecco come sarà la sua nuova Roma

Dopo Abraham, Dybala, Pellegrini, El Shaarawy e Zaniolo, là davanti c’è abbondanza: il disegno tecnico dell'allenatore portoghese per puntare (come minimo) alla Champions
Mourinho presenta l’attacco show: ecco come sarà la sua nuova Roma© AS Roma via Getty Images
Roberto Maida
5 min

ROMA - Voleva più gol, ha ottenuto il meglio. Con Andrea Belotti, che presto sarà a Trigoria dopo tante settimane di attesa, Mourinho potrà gestire un attacco stratosferico, che comincerà a presentare nell’atteso gala di stasera contro lo Shakhtar. È difficile fare paragoni, per qualità e quantità, con le altre squadre. Ma la sensazione è che la Roma abbia tutto, proprio tutto, per puntare alla Champions League. Come obiettivo minimo, non massimo stavolta.

Roma, i numeri

Non contando il giovane Felix, che comunque potrebbe tornare utile se non fosse ceduto prima della fine del mercato, l’attacco della Roma è composto da sei giocatori per tre posti: nel 3-4-2-1 (o 3-4-1-2) che vedremo spesso si potranno alternare a seconda delle necessità due centravanti puri come Abraham e Belotti, più una batteria di trequartisti composta da Pellegrini, Dybala, Zaniolo ed El Shaarawy, che nel nuovo corso tornerà a occuparsi degli ultimi 16 metri del campo. Considerando il campionato scorso, in un calcolo puramente teorico, la Roma ripartirebbe dai 17 gol di Abraham, i 9 di Pellegrini, i 2 di Zaniolo e e i 3 di El Shaarawy. Ma a questi i Friedkin hanno accorpato, con due ingaggi a parametro zero, i 10 di Dybala e gli 8 di Belotti. Quanti ne possono uscire dalla nuova miscela? Impossibile stabilirlo, perché nel calcio uno più uno non fa per forza due e perché non tutti gli attaccanti della Roma potranno giocare insieme. Ma l’assemblaggio dei materiali sembra un’attività stimolante.

Mourinho, il disegno tecnico

Sarà di sicuro una squadra molto offensiva negli uomini e nell’atteggiamento, come già si è intuito nei primi test, ma anche molto attenta all’equilibrio grazie al terzetto dei difensori e alla presenza di uno stabilizzatore del centrocampo, che sarà sempre uno tra Cristante e Matic. La figura di Lorenzo Pellegrini, che giocherà spesso trequartista ma anche mezz’ala alla Mkhitaryan, rende l’idea del disegno tecnico. Così come l’inserimento di Gini Wijnaldum, un centrocampista che in carriera segna alla media di un gol ogni sei partite: se ne giocasse 38 in Serie A, ne potrebbe garantire quindi circa 6. E non deve sorprendere neppure la presenza fissa di Nicola Zalewski, che si alternerà con Spinazzola: a sinistra la Roma avrà un esterno-ala mentre a destra, con Karsdorp e Celik, si dedicherà al bilanciamento difensivo.

Fiducia Roma

L’esperimento contro il Tottenham, affascinante e costruttivo, ha rinforzato le sicurezze della squadra, che nella scorsa stagione aveva acquisito pian piano solidità, a dispetto della qualità del gioco. La nuova sfida sembra rendere possibile la combinazione tra i due elementi fondanti del calcio. Con talenti puri come Dybala, e come lo stesso Wijnaldum, il livello della manovra salirà quasi naturalmente, insieme a quella dose di coraggio che diventa un presupposto ineliminabile per vincere, soprattutto nei teatri più ambiziosi d’Europa. Aver tenuto a zero tiri in porta il Tottenham, che ieri al debutto in Premier League ha segnato 4 gol al Southampton, ha un valore psicologico e strutturale. Anche se le amichevoli estive, sotto l’aspetto dei risultati, contano poco e anzi possono fornire indicazioni fuorvianti. In più, rispetto alla prima stagione di Mourinho, la Roma ha finalmente due squadre in una. Poter sfruttare le sostituzioni quando in panchina hai Matic, Celik, Kumbulla, Zaniolo, Belotti ed El Shaarawy è un vantaggio che pochissime concorrenti avranno nel campionato che sta per cominciare. Un anno fa l’abbondanza, come più volte l’allenatore ha sottolineato, era solo numerica.


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