Mourinho e Dybala, c’è un patto per il futuro alla Roma: cosa si sono promessi

I giallorossi tornano in campo dopo il ko in Coppa Italia ma forti del feeling tra il tecnico e il campione argentino: la Joya ha ritrovato il sorriso e vuole sdebitarsi con Mou
Mourinho e Dybala, c’è un patto per il futuro alla Roma: cosa si sono promessi© LAPRESSE
Roberto Maida
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ROMA - C’è una promessa reciproca che parte da lontano. E che tutti e due i protagonisti contano di mantenere. Mourinho ha convinto Dybala a scegliere la Roma garantendogli che sarebbe rimasto fuori dalla Champions League solo per un anno. E Dybala, più recentemente, ha rassicurato Mourinho sulle potenzialità della squadra rincuorandolo verso l’obiettivo, il quarto posto, che resta raggiungibile anche dopo le due sconfitte di questa settimana: quella bella ma sempre fastidiosa di Napoli in campionato e quella «orribile» (Mou dixit) in Coppa Italia contro la Cremonese. Pensate un po’ come possono cambiare velocemente gli umori: se la Roma batte l’Empoli nel primo sabato di febbraio, si addormenterà seconda o terza in classifica.

Roma, fiducia

La realtà oggi però racconta di un sesto posto - sarebbe settimo senza la penalizzazione della Juve - che Mourinho e Dybala vogliono rapidamente abbandonare. Sono loro, i due fuoriclasse, a dover tirare fuori la squadra dal momento di difficoltà. E non è casuale che Dybala sia venuto meno, in termini di rendimento, proprio nelle ultime due partite. Se lui fosse stato al top, la Roma avrebbe certamente limitato i danni. Ma niente è perduto, a parte la Coppa Italia. E il feeling tra allenatore e campione è cemento armato per le speranze della Roma, che punta stasera al ventunesimo tutto esaurito all’Olimpico nelle ultime 22 partite in casa.

Dybala e Mourinho, destino incrociato

Dybala non avrebbe mai accettato la Roma se Mourinho non lo avesse sedotto con la prospettiva di un ruolo da principe e di un piano di rafforzamento degno. Mourinho non si sarebbe mai rassegnato a un «mercatino» (altra sua espressione) che non includesse il suo Paulino. Ora i due sono legati a doppio fi lo. Perché se la Roma non entra in Champions, dovrà vendere alcuni giocatori e ricostruire la rosa con le idee. Non proprio il progetto preferito da Mourinho. E lo stesso Dybala, che ha una clausola rescissoria da 20 milioni, potrebbe ragionare sul futuro se la Roma fosse costretta a cambiare allenatore. Anche se qualcuno ancora fa finta di non capirlo, la Roma di Mourinho ha un appeal internazionale e rappresenta un’attrattiva per i grandi calciatori. Vedi Wijnaldum e Matic, che hanno sposato la causa come legionari stranieri soltanto su input dell’allenatore. La Roma senza Mourinho è condannata a reinventarsi e a modificare un programma che i Friedkin, quando le strettoie del fair play finanziario Uefa non avevano ancora riaperto i cantieri, avevano immaginato vincente nel giro di tre anni. La Conference League è stata una magnifica avventura, che però non è bastata a consolidare il club da un punto di vista tecnico ed economico.

Dybala ha carta bianca

Fin qui Dybala è stato sostanzialmente di parola. Pur saltando, in tutto o in parte, un buon numero di partite, è stato finora il capocannoniere della squadra con 7 gol in campionato (10 coppe incluse) ai quali ha aggiunto 4 assist e un rigore procurato. Nella Roma, grazie alla centralità che gli ha concesso Mourinho, ha riconquistato il sorriso che aveva perso negli ultimi tribolati mesi juventini. Nel frattempo ha vinto il Mondiale con l’Argentina, dedicandolo (anche) alla Roma che lo ha aiutato a volare in Qatar dopo l’infortunio muscolare di ottobre. Ma sa che il passato anche recente non conta: per regalarsi un grande avvenire Dybala dovrà giocare una seconda metà di stagione all’altezza delle aspettative, gestendo il corpo in funzione del massimo livello di performance tra un impegno e l’altro. Mourinho gli darà carta bianca, conoscendone la maniacale professionalità. Senza parlare della qualità, che è l’unica risorsa reale da estrarre per inseguire un posto in Champions.


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