La Roma cerca un dirigente alla Totti. Pesano i rientri dai prestiti

L’ad Lina Souloukou non si occupa solo di bilanci: dai collaboratori ai conti. Sul mercato servono cessioni
La Roma cerca un dirigente alla Totti. Pesano i rientri dai prestiti© AS Roma via Getty Images
Roberto Maida
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ROMA - In tre giorni si costruisce il domani. Mourinho e Dan Friedkin ieri hanno avuto il loro primo contatto a Trigoria: un incontro di cinque minuti nel quale si sono salutati per la prima volta dopo la finale persa a Budapest, senza però ancora parlare di futuro e di prospettive per la prossima stagione. Il colloquio con Mourinho, il dentro/fuori, è ovviamente dirimente per immaginare la Roma che verrà, anche sotto il profilo dirigenziale. Perché la presenza di una figura carismatica, che abbia un forte impatto mediatico e possa esprimere la linea politica del club nelle situazioni delicate, è una delle richieste dell’allenatore. Un Totti che non sia per forza Totti. In passato si era parlato di Zibì Boniek, che ha sempre smentito trattative ma tornerebbe volentieri alla Roma, e di Zvonimir Boban. Si vedrà. Ma ci sono obiettivi economici che la proprietà deve raggiungere a prescindere.
E che il quinto anno consecutivo senza Champions League - il terzo da quando sono arrivati i Friedkin - rende più stringenti.

Souloukou sceglie i collaboratori: arriva Modesto?

Il sesto posto, o comunque la conferma in Europa League, è diventato molto importante da un punto di vista finanziario. Ai conti si sta interessando ora Lina Souloukou, l’amministratrice delegata, considerata una delle manager più preparate del calcio internazionale. Ma Souloukou non ci occupa solo di bilanci. Sceglie anche in prima persona i collaboratori. Così si spiegano le voci su un possibile arrivo alla Roma di François Modesto, ora direttore sportivo del Monza. I due hanno lavorato insieme all’Olympiacos e si sono separati amichevolmente.  
Al momento non c’è niente. Però è chiaro che la posizione di Tiago Pinto, come quella di Mourinho, sia uno dei temi da affrontare. Se non nell’immediato, nel medio periodo. Del resto il general manager ha un contratto che scade tra un anno, proprio come l’allenatore. 

Le plusvalenze della Roma

Intanto va strutturato il mercato, che richiede plusvalenze corpose in ossequio al fair play finanziario. Tiago Pinto ha già preso a parametro zero il centrocampista Aouar, che è stato premiato dal Lione alla fine del contratto con una targa celebrativa, e ha in mano il difensore N’Dicka, un altro svincolato che si libera dall’Eintracht la prossima settimana, dopo la finale di Coppa di Germania.  
Ma contestualmente la Roma deve produrre cessioni remunerative in un’estate complicata. Non basteranno i tagli automatici, tipo Wijnaldum che per varie ragioni non ha funzionato o Camara e Llorente che torneranno ai club proprietari dei cartellini. Dovranno essere anche ricollocati tanti calciatori che rientrano a Trigoria per fine prestito: nomi come Kluivert, Carles Perez, Villar, Viña, Shomurodov e Reynolds, per citare i calciatori più famosi bocciati uno dopo l’altro da Mourinho, pesano per circa 16,5 milioni lordi sul monte stipendi della prossima stagione. La Roma spera di poterli vendere per accumulare un piccolo patrimonio, anche perché nella rosa attuale sono pochi i giocatori che possano garantire grandi introiti.  
Nemmeno Dybala, che ha una clausola di rescissione da 12 milioni per l’estero. Invece Abraham e Ibañez, che erano destinati all’addio, si sono svalutati. Gli effetti della sconfitta di Budapest sono anche questi. 


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