
Si sono allineati i pianeti, e i piedini convergenti di Dybala, in quell’occasione che è un simbolo di ripartenza. A pochi minuti dall’inizio della giornata mondiale dei nonni, non lontano dalla fine di una partita grigia, Lorenzo Pellegrini ha trovato il gol che gli mancava da sei mesi e ha potuto così indicare il cielo in un gesto pieno di gioia e commozione. Perché lui, la nonna, l’aveva persa appena domenica mattina ma ha voluto comunque giocare contro il Frosinone: nel momento di bisogno assoluto, da capitano, ha cercato di anestetizzare i pensieri come un tetragono per aiutare la Roma a ricomporre il proprio campionato.
Pellegrini, un gol che ricorderà per sempre
Davanti all’allenatore che lo aveva valorizzato nel biennio al Sassuolo, Eusebio Di Francesco, ha saputo gestire le emozioni in attesa dell’occasione buona. E quando ha capito che Dybala avrebbe calciato lungo, sul secondo palo, si è allargato dietro ai difensori avversari per poi coordinarsi con calma e tirare dritto in porta al volo. Non è stato il gol più bello della sua carriera ma forse è uno di quelli che non dimenticherà mai. In fondo, dopo la disfatta di Genova era stato lui a garantire per il gruppo: «La Roma non può avere 5 punti dopo 6 giornate di campionato. Evidentemente dobbiamo lavorare di più ma l’atteggiamento della squadra è sempre giusto. Ci rialzeremo».
Una rete che ha reso la serata speciale
Così in effetti è stato anche se Mourinho, con onestà, ha ammesso che nel primo tempo il Frosinone si era costruito un paio di situazioni pericolose. Tutti hanno capito che senza il solito gancio secco di Lukaku, il primo tempo sarebbe finito tra i fischi dell’Olimpico. Ma non sono queste le partite in cui bisogna guardare all’estetica: la Roma doveva arraffare punti e ci è riuscita. Soltanto dopo aver allentato la tensione e recuperato fiducia, secondo logica, i giocatori potranno tornare a divertirsi. Pellegrini in primis: la sua non era stata una serata illuminata, prima del gol, ma il gesto tecnico del 2-0 l’ha resa importante. Del resto era impossibile chiedergli di essere luccicante dopo il doppio infortunio e senza tanti allenamenti nelle gambe.
Pellegrini-Dybala in crescita
Ad ogni modo la condizione atletica sta crescendo. Per lui come per Dybala, che domenica sera ha di nuovo affiancato sulla trequarti. I due non sempre hanno familiarizzato sul campo da un punto di vista tattico nella prima stagione di coesistenza a Trigoria. Ma contro il Frosinone, insieme, hanno generato un detonatore offensivo. Ed è un bene per Pellegrini, spesso rabbuiato in questo avvio: sorridere mentre si gioca è il modo più semplice per produrre risultati virtuosi.
Nel mirino il Servette
Ieri, curiosamente, era anche un anniversario da ricordare: nel 2021, proprio il 2 ottobre, Lorenzo rinnovava il contratto con la Roma, allontanando le voci di un addio imminente. Il legame, che era in scadenza, venne prolungato fino al 2026 a cifre molto alte. Un simbolo romano e romanista, sufficientemente giovane e piuttosto bravo, era ciò che i Friedkin pretendevano per il ruolo di capitano. Purtroppo Pellegrini in queste ore non era nel mood di festeggiare a causa del lutto familiare: ha trascorso il lunedì di riposo tra il funerale della nonna materna, in zona Cinecittà, e poi ha trascorso un po’ di tempo con moglie e figli per staccare la spina. Da oggi rimetterà la testa sui prossimi impegni, a cominciare dal match di giovedì contro il Servette.
Obiettivo tornare in Nazionale
I suoi miglioramenti dovrebbero aiutarlo pure a tornare in Nazionale. Aveva saltato a malincuore, per via dei problemi fisici, le prime due uscite dell’Italia di Spalletti. Stavolta però conta di partecipare alla giostra azzurra che negli ultimi 18 mesi lo ha coinvolto poco: dal marzo 2022 in poi, Pellegrini ha raccolto appena 6 presenze (4 da titolare) in Nazionale, saltando addirittura 13 partite. A 27 anni, se vuole impossessarsi dello status di campione, deve cambiare marcia. In Italia e nell’Italia.