Roma, Lukaku ha una motivazione in più per la sfida a San Siro con l’Inter

Con 10 reti in 11 presenze stagionali, Big Rom sta segnando a ritmi incredibili: con queste medie demolirebbe i suoi record in Serie A
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ROMA - Quando ha visto ritirarsi un fenomeno come Eden Hazard, due anni più grande di lui e una vita insieme nello spogliatoio del Belgio, ha sicuramente pensato: ora o mai più. Contro le critiche, contro i nostalgici, contro i fischietti, Romelu Lukaku ha deciso di scalare tutto il possibile nei prossimi nove mesi. È la ragione per cui ha scelto la Roma, anche in prestito secco, senza garanzie sul futuro. Grazie a un ruolo centrale e indiscutibile all’interno della squadra, con l’allenatore preferito, conta di raggiungere i risultati migliori della carriera allo scoccare dei trent’anni. 

Lukaku, ritmi da record

Con la rete segnata venerdì all’Austria è arrivato già a 10 gol in 11 presenze stagionali, club compreso. Se pensiamo che la sua, di stagione, è cominciata in ritardo di quasi tre settimane, ci rendiamo conto che Lukaku stia viaggiando a ritmi-record. Prendendo per buone solo le reti segnate con la Roma, 7 in altrettante partite giocate da titolare, è già a metà del cammino rispetto al consuntivo delle due annate precedenti: con il Chelsea tra campionato e coppe concluse a quota 15 mentre il tormentato ritorno all’Inter è finito con 14 gol complessivi. Il corollario di quanto appena ricordato: se continua ad aggirarsi sulle medie attuali, Lukaku può superare il record personale stabilito in Serie A (24 reti nel campionato 2020/21: oggi è a 5) e quindi competere per il titolo di capocannoniere nonostante la partenza a handicap determinata dalla difficoltà di trovare una nuova squadra. In più, restando ai numeri, vede avvicinarsi la soglia dei 300 gol in carriera a livello di club: con la doppietta segnata a Cagliari una settimana fa è salito a 287. Il primo, curiosamente, risale alla stagione italiana più cara a Mourinho: era il 2009/10, Lukaku all’epoca era un giovanissimo centravanti dell’Anderlecht.

Lukaku, sfida con il passato

Proprio la sfida all’Inter, attesa più dai suoi ex tifosi che da lui, rappresenta il primo bivio fondamentale dell’autunno: se la Roma saprà mantenere un buon rendimento nelle due prossime partite all’Olimpico, contro il Monza in campionato e contro lo Slavia Praga in Europa League, poi andrà a giocarsi le sue credenziali da Champions League a San Siro, in casa dei vicecampioni d’Europa. Al di là dell’accoglienza ostile che lo stadio gli riserverà, Lukaku entrerà in campo con una motivazione extra: farsi rimpiangere dall’allenatore, Simone Inzaghi, che lo ha mandato in panchina nella finale di Istanbul.

Lukaku, obiettivo Euro 2024

Ma c’è un ulteriore stimolo a guidare l’animo di Big Rom, che non è semplicemente il conte di Montecristo ma anche un uomo che si sente in debito nei confronti del proprio popolo. Dopo lo sciagurato Mondiale in Qatar, al quale contribuì in negativo soprattutto nell’ultima partita prima dell’eliminazione contro la Croazia, Lukaku vuole trascinare da bravo capitano la nazionale belga all’Europeo in Germania. La qualificazione è stata già certificata dalla vittoria in Austria, con il solito anticipo. Ma adesso la generazione d’oro dei cosiddetti diavoli rossi è chiamata allo step successivo: vincere, o almeno arrivare in fondo a una grande manifestazione. Potrebbe essere l’ultima occasione per il gruppo storico. Nel frattempo ha consolidato il primato di reti con il Belgio (78) e spera di migliorarlo già domani sera con la Svezia. Più segna, più fa gol. Questo è Lukaku, signore e signori


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