De Siervo-Mourinho e Inter-Roma: quando il picco va bene un pacco

Per l'a.d la disparità nel disputare una partita di sesto grado con due giorni di riposo in meno rispetto agli avversari è aggrapparsi agli alibi
De Siervo-Mourinho e Inter-Roma: quando il picco va bene un pacco© ANSA
Marco Evangelisti
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Grazie a Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega di Serie A, ora sappiamo diverse cose. Sappiamo che il campionato italiano è uno dei più grandi spettacoli del mondo. Lui, attento al risparmio energetico, con una sola parola l’ha definito straordinario. Sappiamo che dall’estero guardano tutti in questa direzione e non vedono l’ora di partecipare all’orgia del piacere che si sperimenta in gare tipo Juventus-Verona (la quale peraltro non è stata brutta). Sappiamo che se qualcosa non va la colpa è di quelli che c’erano prima, di chi ha rimesso mano agli stadi decenni fa, di chi ha lasciato sfiorire un campionato dove giocavano Falcao, Platini, Maradona e adesso ci sono stelle cadenti e avanzi di Premier.

Mourinho, De Siervo e gli "alibi"

Sappiamo inoltre che far notare, come osa Mourinho, la disparità di trattamento nel costringere una squadra a disputare una partita di sesto grado con due giorni di riposo in meno rispetto agli avversari è aggrapparsi agli alibi. Ovviamente José non coglie il senso storico di far giocare una gara importante «nel momento di maggior picco». Così ora sappiamo pure che le pretese di Mou di avere parità di condizioni è anacronistica, anarcoide, al di fuori della giurisdizione di un ente che un’ingenua teoria considera garante degli interessi di tutti. Per la Lega conta il picco e poco importa che qualcuno lo percepisca come un pacco. Tanto dall’estero ci guardano e aspettano ansiosi che arrivi De Siervo con le sue offerte speciali.


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