Politica Roma: cosa cambia con Modesto
Cosa cambierebbe con Modesto alla direzione sportiva? Sicuramente aumenterebbe l’attenzione allo scouting, parte integrante della sua formazione. I Friedkin hanno dimostrato proprio con l’ultimo acquisto, Tommaso Baldanzi, di essere pronti a pagare i calciatori se rappresentano un buon investimento e rientrano in un costo annuo (tra ammortamento del cartellino e stipendio) in linea con i parametri del fair play finanziario. Il successore di Tiago Pinto sarà chiamato a procedere su questo sentiero, percorrendolo anzi dal principio: l’ideale sarebbe comprare il Baldanzi di turno prima che raggiunga la vetrina della Serie A.
Il prossimo allenatore della Roma
E’ evidente che il direttore sportivo verrà consultato dalla proprietà, in questo caso anche dalla Ceo, anche a proposito del prossimo allenatore. Su questo fronte però, anche se Tiago Pinto ha raccontato un’altra verità, i Friedkin hanno dimostrato di muoversi in piena autonomia. Con De Rossi hanno stabilito un rapporto chiaro, virtuoso, rimandando ogni valutazione sul futuro a fine stagione: così si spiega il contratto di cinque mesi senza rinnovo obbligatorio in caso di qualificazione alla Champions. Non bastano ovviamente tre vittorie, neppure quella roboante contro il Cagliari, a modificare un piano pluriennale. Ma De Rossi ha spiegato di volersi giocare «fino alla morte» le sue carte per meritare la conferma. Quindi spetterà a lui (e ai giocatori) meritare una nuova occasione dalla proprietà. Per questo chi associa la figura di Modesto al possibile arrivo di Raffaele Palladino oggi corre un po’ troppo con la fantasia. Palladino è un allenatore bravissimo, che lo stesso De Rossi ha elogiato nella conferenza di insediamento, ma Dan Friedkin spera di averne scovato uno persino migliore dentro casa.