Roma, Lukaku e la frase sul futuro: cosa voleva dire e perché è una buona notizia

Il belga apre alla possibilità di restare in giallorosso ma serve un profilo basso e tanta diplomazia: i dettagli di una trattativa complessa

Dove l'istinto dice di andare, la testa ti dice di fermarti. Riflettere. Ragionare. E magari ridere pure. Romelu Lukaku lo ha imparato nel calcio e nella vita. Lo ha capito quando, da ragazzino, fingeva di non vedere che la mamma allungava il latte con l'acqua per farlo durare di più e non voleva mostrarlo ai figli perché per loro il latte, in casa, doveva essere sempre tanto e buono. Lo ha capito quando ha scelto di lasciare il Belgio, il porto sicuro dove un giorno forse tornerà, per tentare l'avventura in Premier. E lo ha capito due sere fa, nella pancia dell'Olimpico, quando è scoppiato a ridere (di se stesso, in primis) alla domanda - scontata, se l'aspettava - sul futuro. In mezzo, in tutti questi anni, poca testa, tanto istinto. Non è mai stato un giocatore capace di legarsi a lungo a club, maglie, storie, compagni, allenatori e persone, altrimenti, a 30 anni, non avrebbe giocato per sette squadre diverse. Ma il tempo passa per tutti, anche per lui, e allora anche se l'istinto ti dice di andare, la testa ti dice di fermarsi. E ragionare.

Lukaku potrebbe restare alla Roma: i dettagli

E la notizia, oltre a tutte le belle parole, è che Lukaku sta ragionando. Perché la tappa romana, nelle intenzioni, era quantomeno di passaggio: Big Rom vive a Casal Palocco, i figli fanno la spola con il Belgio, la casa è in affitto. Ha firmato in prestito secco per una stagione, dal primo luglio tornerà ad essere un giocatore del Chelsea con uno stipendio da oltre 10 milioni di euro e una clausola che vale quasi 4 volte tanto (37 milioni) necessaria per potersi liberare. Dopo quello che è successo lo scorso anno (il no all'Inter, la mancata chiusura con la Juventus, gli allenamenti da solo) immaginarlo, di nuovo, a Londra sembra impossibile. Difficile, per lui, pensarsi in Arabia: è vero che la Saudi Pro League è in crescita, ma Lukaku vorrebbe restare ancora in Europa. E quindi perché no alla Roma?


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Lukaku e il futuro: come stanno le cose

E' chiaro che la situazione è complicata perché Lukaku costa tanto, tra stipendio e cartellino, e a Trigoria devono, tra le altre cose, ridurre i costi. E pensare anche ad un eventuale rinnovo di Dybala. Ma se la Roma, con la coppa o il campionato, andasse in Champions, l'operazione sarebbe più sostenibile. Non solo: tra Roma e Chelsea i rapporti sono buoni, c'è anche l'eventuale diritto di recompra di Abraham da discutere perché quando bisognava farlo, lo scorso giugno, Tammy si era appena operato al ginocchio. Se davvero la Roma vorrà provare a trattenere Lukaku bisognerà fare un'importante operazione diplomatica per convincere il Chelsea e se c'è uno che questo lo sa bene è proprio Big Rom. Ecco perché, prima di ridere, dopo il Brighton ha detto: «Devo essere intelligente». E quindi zitto, muto, blindato. Nessuna dichiarazione. Meglio far parlare il campo: Lukaku con la Roma ha giocato 35 partite segnando 18 gol, è un leader incontrastato e un ragazzo che nello spogliatoio si è fatto voler bene da subito. Con Mourinho aveva un rapporto d'oro, con De Rossi è stato feeling a prima vista, con la proprietà c'è stima reciproca. La novità è che nonostante il dispiacere per l'esonero di José, a Big Rom questa Roma piace e parecchio. E' stato nei più grandi club d'Europa, eppure a Trigoria ha trovato la sua dimensione. Basterà per restare? Non lo sa nessuno, in questo momento. Né lui e neppure il club. Ma quello che prima sembrava impossibile adesso è, quantomeno, una possibilità. Non lo dice l'istinto, lo dice la testa. E allora è giusto così. Fermarsi, ragionare. Valutare. In sintesi: essere intelligenti.

 


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Dove l'istinto dice di andare, la testa ti dice di fermarti. Riflettere. Ragionare. E magari ridere pure. Romelu Lukaku lo ha imparato nel calcio e nella vita. Lo ha capito quando, da ragazzino, fingeva di non vedere che la mamma allungava il latte con l'acqua per farlo durare di più e non voleva mostrarlo ai figli perché per loro il latte, in casa, doveva essere sempre tanto e buono. Lo ha capito quando ha scelto di lasciare il Belgio, il porto sicuro dove un giorno forse tornerà, per tentare l'avventura in Premier. E lo ha capito due sere fa, nella pancia dell'Olimpico, quando è scoppiato a ridere (di se stesso, in primis) alla domanda - scontata, se l'aspettava - sul futuro. In mezzo, in tutti questi anni, poca testa, tanto istinto. Non è mai stato un giocatore capace di legarsi a lungo a club, maglie, storie, compagni, allenatori e persone, altrimenti, a 30 anni, non avrebbe giocato per sette squadre diverse. Ma il tempo passa per tutti, anche per lui, e allora anche se l'istinto ti dice di andare, la testa ti dice di fermarsi. E ragionare.

Lukaku potrebbe restare alla Roma: i dettagli

E la notizia, oltre a tutte le belle parole, è che Lukaku sta ragionando. Perché la tappa romana, nelle intenzioni, era quantomeno di passaggio: Big Rom vive a Casal Palocco, i figli fanno la spola con il Belgio, la casa è in affitto. Ha firmato in prestito secco per una stagione, dal primo luglio tornerà ad essere un giocatore del Chelsea con uno stipendio da oltre 10 milioni di euro e una clausola che vale quasi 4 volte tanto (37 milioni) necessaria per potersi liberare. Dopo quello che è successo lo scorso anno (il no all'Inter, la mancata chiusura con la Juventus, gli allenamenti da solo) immaginarlo, di nuovo, a Londra sembra impossibile. Difficile, per lui, pensarsi in Arabia: è vero che la Saudi Pro League è in crescita, ma Lukaku vorrebbe restare ancora in Europa. E quindi perché no alla Roma?


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