La prima regola è stare insieme. Ivan Juric ha imposto già una disciplina diversa ai giocatori della Roma: allenamento al pomeriggio e a seguire cena tutti insieme. Ieri e anche oggi, a Trigoria. Domani poi con ogni probabilità lascerà al gruppo la libertà di di andare a casa a dormire: il ritiro casalingo non è fondamentale neanche per lui. La novità conviviale non ha entusiasmato la squadra, diciamo così. Ma questa è una settimana particolare, in cui il legame emotivo con De Rossi e la sofferta separazione influenzano in modo decisivo gli umori della truppa. Dalla prossima, quando la conoscenza reciproca sarà migliorata, magari andrà meglio. E i giocatori torneranno a scegliersi i ristoranti preferiti anche quando si sarà fatta sera.
Roma, le prime mosse di Juric
Ma a due giorni dal debutto contro l’Udinese, ai Friedkin interessa soprattutto il lavoro sul campo. Non è pensabile che in quattro allenamenti Juric sia riuscito a plasmare la Roma a a propria immagine e somiglianza. Ma è immaginabile che già domenica vedremo una squadra nuova, nell’atteggiamento più che nello schieramento. La marcatura uomo contro uomo, a tutto campo, è uno dei princìpi solidi del nuovo tecnico, che erediterà poi volentieri la difesa a tre già adottata da De Rossi. Naturalmente con meccanismi differenti. Il dubbio che l’organico attuale sia adatto alle caratteristiche di dinamismo e fisicità richieste da Juric è legittimo. Starà anche al capo adeguarsi alla situazione.
Roma, la prima formazione di Juric
Vogliamo provare a ipotizzare la sua prima formazione? Svilar in porta; terzetto difensivo composto da Mancini e N’Dicka con Hermoso centrale. Ecco l’idea che può prendere corpo. Hermoso come Buongiorno del Torino, da playmaker difensivo, per sfruttarne i piedi buoni. In futuro, quando sarà in condizione, al centro potremo vedere anche Mats Hummels, che rischia di pagare più degli altri il cambio tecnico-tattico per questioni anagrafiche: a quasi 36 anni non è facile reggere certi ritmi di intensità.