I l solito comunicato mattutino, la solita sentenza inappellabile: Lina Souloukou non è più la Ceo della Roma. L’annuncio è arrivato nel giorno della contestazione dei tifosi. E non è un caso. I Friedkin ripetono la procedura già applicata a gennaio: prima esonerano l’allenatore, subito dopo recepiscono le dimissioni del rivale interno. Souloukou, come Tiago Pinto, aveva il contratto in scadenza che non sarebbe stato rinnovato. E’ stato semplice in entrambi i casi arrivare a una separazione consensuale.
Lo stato d'animo
La situazione era diventata incandescente a livello ambientale. Dentro e fuori Trigoria. Giusto sabato si era saputo che l’amministratrice delegata era stata messa sotto tutela per la sicurezza sua e della famiglia. Soulokou era molto scossa per quanto stava accadendo. Le scritte sui muri, i post minacciosi sui social, forse anche qualche insulto per strada. Ha due figli piccoli e non era più sufficientemente serena da svolgere il suo lavoro. Nemmeno quando dirigeva l’Olympiacos, che rappresenta una piazza calda come il Pireo, si era mai sentita in pericolo. Ma l’addio alla Roma non dipende solo da questo.