Roma, Pisilli è un'altra eredità di Mourinho

Leggi il commento dopo il successo dei giallorossi contro il Venezia di Di Francesco
Roma, Pisilli è un'altra eredità di Mourinho© BARTOLETTI
Xavier Jacobelli
4 min

Dybala è rimasto in panchina, Soulé titolare può e deve fare meglio. E allora, non è la prima volta che un Bambino d’oro cresciuto a Trigoria (cit. Mourinho) firmi un risultato prezioso per la Roma. Lo ha reso ancora più importante il primo gol in Serie A di Pisilli, il secondo in giallorosso dopo la rete segnata allo Sheriff, in Europa League, il 14 dicembre scorso. José aveva visto lungo sul ragazzo di Casal Palocco sin da quando, l’estate di un anno fa, aveva deciso di portarlo in ritiro in Portogallo intuendone le capacità, valorizzate da De Rossi con quelle parole pronunciate insediandosi sulla panchina giallorossa, che ora risuonano profetiche («Sono rimasto stupito, vederlo dal vivo mi ha impressionato. Ammetto che non lo conoscevo bene, Niccolò è un bel giocatore, non credevo avesse tutta questa qualità. È praticamente un bambino, però è davvero forte»). Adesso anche Juric conosce sempre meglio Niccolò: inserendolo con Baldanzi a mezz’ora dalla fine, l’allenatore ha ribaltato la partita con il Venezia e l’ha vinta dopo avere rischiato di perderla.

Se non ci fosse stato Svilar e se Mancini non avesse respinto sulla linea il tiro di Ellertsson, il primo tempo sarebbe finito addirittura in modo peggiore, dopo il gol di Pohjanpalo che aveva legittimato la superiorità territoriale della neopromossa. Di Francesco si era presentato nel suo Olimpico con una squadra sagacemente disposta, resa coraggiosa dalle incursioni di Oristanio, la lucidità di Svoboda, i guizzi di Pohjanpalo sorretto dal dinamismo di Busio. Così, era apparsa il logico sbocco del gioco lagunare la rete del Doge Biondo, il capitano che nei due anni di B aveva riportato il Venezia all’onor del mondo (42 gol,11 assist). Imballata e fischiatissima all’intervallo, la Roma ha avuto il merito di non demordere, aumentando progressivamente la pressione sino a quando Cristante ha pareggiato. Juric ha azzeccato i cambi, Eusebio li ha fatti in ritardo e ha pagato dazio allo sforzo sostenuto dai suoi per arginare le offensive giallorosse.

Al terzo colpo di testa, Pisilli ha colpito e affondato Joronen e il Venezia non è più riemerso. Sarebbe tuttavia riduttivo elogiare Pisilli limitandosi al gol decisivo, coronamento di un sogno coltivato sin da quando Niccolò era alto così e andava in Curva Sud. Il già vicecampione del mondo Under 20 e campione d’Europa Under 19, ha innervato il centrocampo con la grinta, la determinazione, l’ardore che i tifosi romanisti vorrebbero misurare in tutti i loro giocatori. Sotto l’aspetto tattico, passando a quattro il cambio di modulo ha giovato alla squadra. Ciononostante, rimane vistosa la differenza fra la Roma con Dybala e la Roma senza Dybala: Dovbyk può confermare e non soltanto lui. Nel frattempo, però, Juric va. In campionato, due vittorie di fila e la risalita in classifica, inframezzate dal pareggio con l’Athletic in Europa League. Non male, considerata l’aria che tira all’Olimpico tuttora.


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