Chivu confessa: “Alla Roma vomitavo dopo le partite. Mourinho? Mi ha insegnato tanto”

L'ex difensore giallorosso, con un passato anche nell'Inter dello Special One, è tornato sulle sue esperienze da calciatore
Chivu confessa: “Alla Roma vomitavo dopo le partite. Mourinho? Mi ha insegnato tanto”
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Nel corso dell'intervista concessa ad Emanuele Corazzi, per il network Cronache Di Spogliatoio, Cristian Chivu ha ripercorso diverse tappe della sua carriera e alcuni momenti della sua vita da calciatore, che hanno coinvolto anche il Chivu uomo. Da Fabio Capello a Luciano Spalletti, fino al suo rapporto con José Mourinho.

Chivu: "Ho avuto bisogno d'aiuto, a Roma vomitavo dopo le partite"

A Roma, Chivu ha vissuto anni importantissimi, ma anche momenti particolarmente delicati, a causa di un tormentato rapporto con la tifoseria: "All'epoca ho creato una corazza, ero io contro di me, io contro il mondo. La sfida è sempre stata che ho cercato di trovare delle soluzioni senza chiedere aiuto. Poi, ho chiesto aiuto per uscire da quella situazione, con uno psicologo - ha ammesso -. Una situazione a Roma che mi ha fatto un po' traballare, perché finivo le partite a vomitare, per l'ingiustizia che mi era stata fatta. Nasce tutto da un'intervista fatta dopo il passaggio di Capello alla Juve: mi chiesero se avessi voluto lavorare di nuovo con Capello in futuro e dissi semplicemente che Capello era una grande allenatore, che mi aveva portato in Italia a Roma, e che mi avrebbe fatto piacere. E il giorno dopo mi trovo il titolo 'Chivu vuole la Juve'. E mi sono trovato ad essere fischiato da 70-80.000 persone, in quello che era l'Olimpico all'epoca. E ho chiesto aiuto".

Non un episodio isolato nella sua esperienza capitolina: "Un'altra cosa poi, un giorno l'ha raccontata anche Spalletti: mi lusso l'alluce del piede a Genova contro la Samp. Mi fermo, stampelle e tutto. Prima della sosta natalizia, si giocava con il Chievo, e nel giorno pre-convocazione Spalletti mi chiama la sera e mi fa: non ho difensori, sono tutti fatti male, tu pensi di potercela fare a darmi una mano? Io per Spalletti lo faccio, per la squadra lo faccio, perché sono uno degli uomini dello spogliatoio. E io non poggiavo il piede per terra. E nonostante ciò, in campo, bordata di fischi per me e sono scoppiato in lacrime. Non per il dolore, ma per tutto quello che c'era attorno. E ho chiesto aiuto perché non riuscivo ad uscirne".

Chivu su Mourinho: "Mi ha insegnato tanto"

Chivu ha avuto modo di parlare anche di José Mourinho, uno dei suoi maestri: "Mourinho a Bergamo mi disse che correvo come mia nonna. In realtà da lui ho appreso tante cose, come coerenza e credibilità. Sono fondamentali per allenare. Ho vinto un campionato Primavera con l'Inter e ho fatto tutta la trafila dall'Under 14, prima di tutto volevo capire se mi piacesse questo mestiere. La risposta è assolutamente sì, ci vuole una passione immensa". E poi ha aggiunto: "Dopo la finale di Coppa Italia nel 2010 mi ha convocato nel suo ufficio per dirmi che non avrei giocato l'ultima partita di campionato contro il Siena. Voleva che potessi prepararmi mentalmente e atleticamente alla finale contro il Bayern Monaco e un avversario come Robben. L'importante è mantenere la parola, come fece lui, se no poi iniziano i casini, soprattutto nelle grandi squadre".


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