Ranieri torna per amore: tutti i motivi della scelta dei Friedkin

A tre giorni dall’esonero di Juric, il presidente Dan ha rotto gli indugi rivolgendosi al tecnico-tifoso che torna alla Roma dopo 5 anni
Roberto Maida
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Gli chiedono un altro miracolo, a 73 anni: nel tempo di una telefonata in inglese Sir Claudio è tornato Er Fettina per salvare la sua Roma. I can’t say no, nun posso di’ de no. Ma per sfilare abito e bombetta e indossare la tuta Ranieri dovrà aspettare qualche ora: ieri sera, in compagnia della moglie Rosanna e del manager Pietro Chiodi, si è imbarcato sul volo British Airways 547 per Londra, la sua seconda casa, e ha raggiunto velocemente il quartier generale dei Friedkin. Non aspettava altro e per la verità un po’ se l’aspettava. Tanto che negli ultimi giorni, come un giovane emergente e non come il più esperto degli allenatori, si era messo a studiare con attenzione le partite della squadra del cuore e l’organico per capire dove e come intervenire, nel caso fosse arrivata la chiamata.

Roma, pronto soccorso Ranieri

Ed eccoci qua, come alla terza giornata del campionato 2009/10 quando la Roma apparteneva ai Sensi e prese il posto di Spalletti a zero punti. O come l’8 marzo 2019, nella parte declinante della gestione Pallotta, dopo l’esonero di Di Francesco e le dimissioni del ds Monchi. Pronto soccorso Claudio. Dopo un casting lunghissimo e tanti rifiuti, che hanno ritardato la decisione, i Friedkin sono orientati a offrirgli la panchina fino a giugno, con la prospettiva di un futuro da direttore tecnico. I soldi? Non saranno un problema. Non in questa trattativa-lampo. Ranieri dovrebbe ripartire alle 18.20 dall’aeroporto Luton per essere a Trigoria domani alla ripresa degli allenamenti.

I Friedkin hanno scelto, Ranieri non poteva resistere

È stato il presidente Dan a rompere gli indugi a 48 ore dall’esonero di Juric. Non volendo/potendo investire su un programma pluriennale a metà novembre, ha capito che lo spettro delle possibilità si stava riducendo. Tanti allenatori non volevano prendere in pugno la Roma in questo momento senza la garanzia di un progetto di ampio respiro. Lo stesso Vincenzo Montella, che è stato per molte ore il candidato forte per il ruolo e che curiosamente sostituì proprio il dimissionario Ranieri nel 2011 a Trigoria, è stato sondato ma non avrebbe mai accettato di lasciare la nazionale turca per un contratto di sette mesi. E bisogna anche comprenderlo, al di là dell’affetto per il luogo amato che lo ha fatto vacillare. Così, piano piano, si è arrivati alla soluzione più logica e romantica: il Ranieri-ter, al quale bisogna aggiungere il breve periodo da calciatore negli Anni 70. il richiamo. Il baronetto dell’impresa Leicester aveva lasciato a giugno l’altro club adorato, il Cagliari, dopo due stagioni in cui aveva conquistato prima la Serie A e poi la salvezza. In quell’addio commosso aveva fatto intendere che non avrebbe allenato più. Ma alla Roma, che ha criticato dall’esterno per la mancanza di organizzazione e per il trattamento riservato a De Rossi, non poteva resistere. E così ripartirà da altre lacrime orgogliose, quelle che versò, guarda caso, nel giorno dell’addio di De Rossi. Quando l’Olimpico pieno gli rese omaggio nell’ultima partita, scoppiò a piangere. Troppo amore, troppi ricordi.

Ranieri, disciplina e serenità

In quelle settimane non semplici Ranieri disse una frase lungimirante che non venne compresa: «Se sarà brava, la Roma l’anno prossimo potrà lottare per l’Europa League». Aveva intuito che la Champions, appena abbandonata da Di Francesco, non sarebbe stata recuperabile in tempi brevi. E così è stato. Cinque anni più tardi, i Friedkin inseguono ancora invano il vello d’oro di ogni bilancio. Non possono pretendere che il terzo allenatore della stagione, partendo da 13 punti in 12 giornate, riesca a centrare l’obiettivo, nonostante il ricordo dello scudetto sfiorato nel 2010 con una rimonta quasi leggendaria. Ma sperano che Ranieri a Trigoria sappia ripristinare disciplina e serenità, valorizzando al massimo le risorse disponibili. La sua specialità. È presto per stabilire come giocherà - lui stesso si offende quando gli attribuiscono un solo modulo di riferimento - ma di sicuro aggiusterà la Roma utilizzando il buon senso. Potrà così tagliare subito il traguardo delle 1.400 panchine a livello di club: gli manca solo una partita. Che capiti a Napoli, una delle poche città che non lo ha capito fino in fondo, sembra un segno del destino.


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