Hummels, ancora non ci siamo: ha la febbre e resta in Germania

Il difensore della Roma comunque non avrebbe giocato dal primo minuto: è indietro dal punto di vista atletico
Roberto Maida

Povero Hummels, non gliene va bene una. Un attacco febbrile gli ha impedito di riprendere gli allenamenti con la Roma, nella settimana che sarebbe servita per attirare l’attenzione di Ranieri. Addirittura non è tornato in Italia, fermandosi in Germania dove aveva trascorso il weekend, per guarire più in fretta in casa sua. Anche a Napoli non giocherà. E chissà quando avrà un’occasione. Perché il suo problema non è soltanto il termometro salito improvvisamente. 

Hummels in ritardo

Juric non era pazzo se lo teneva sempre fuori. Addirittura ha rinunciato a lui a Bruxelles quando mancava il titolare di cattedra, cioè N’Dicka, anche lui a letto con l’influenza. Contro il Saint-Gilloise in difesa si piazzò Cristante, in assenza anche di Hermoso che non si era - non si è - ristabilito dall’infortunio muscolare. C’era un motivo, no? I test atletici, ma anche gli allenamenti osservati da vicino, hanno svelato che Hummels non ha ancora raggiunto il livello dei compagni. Fatica molto se si alza l’intensità del lavoro, anche dopo due mesi e mezzo in cui ha lavorato con grande professionalità a Trigoria. Insomma Ranieri, che è stato il primo a domandarsi «perché non gioca questo ragazzo?» in conferenza stampa, si è dato una risposta abbastanza veloce: il totem tedesco non gioca perché è in ritardo di condizione. Contro Conte, contro Lukaku, andrà di nuovo in panchina. Poi si vedrà.


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Hummels e il miglioramento

Il suo status migliorerà, auspicabilmente: Hummels non era adatto al calcio di Juric basato sulle rincorse al centravanti in ogni zona del campo ma ha l’esperienza e la qualità del difensore di posizione, che in una linea accorta può essere un valore aggiunto. Ma ha bisogno di essere al top. Evidentemente la lunga estate da svincolato, dopo la finale di Champions League giocata da protagonista con il Borussia Dortmund, ha pesato sulla sua preparazione. Hummels, nei giorni in cui aveva firmato per la Roma, aveva chiesto «2-3 settimane per rimettersi in forma». Invece siamo a 2-3 mesi, con tempi decisamente dilatati. Fin qui il campione che conoscevamo si è fatto notare solo per lo sfortunato autogol di Firenze nei 23 minuti giocati in stagione e per una serie di post sarcastici su Instagram che non sono piaciuti molto ai tifosi. Adesso ogni scenario è aperto: Hummels ha il contratto in scadenza a giugno; se non riuscisse a conquistare spazio in Italia nel prossimo mese, potrebbe chiedere di tornare a gennaio in Bundesliga dove alcune squadre hanno già sondato la sua disponibilità.

Le scelte di Ranieri

Nel frattempo Ranieri deve confrontarsi con l’emergenza: senza la doppia H, Hummels e Hermoso, potrebbe ripartire dalla difesa a quattro a Napoli con la coppia Mancini-N’Dicka nel mezzo, Celik a destra e Angeliño a sinistra. Ma l’opzione B, con l’arretramento di Cristante, non è da scartare: Ranieri anche a Cagliari chiese a Deiola di giocare in difesa, quando gli mancavano i titolari del ruolo, per non perdere gli automatismi ormai rodati. A oggi l’ipotesi di un 4-4-2, in linea oppure a rombo, sembra tuttavia più valida: aiuterebbe anche Dybala, che non è al cento per cento, a non disperdere energie nella fase difensiva. C’è un precedente nella Roma che aiuta a capire cosa potrebbe succedere: in un momento di difficoltà del suo primo periodo a Trigoria - nel settembre 2010 - Ranieri affrontò la trasferta di Champions League sul campo del Bayern con il 4-4-2 lineare. E senza ali di ruolo: i quattro centrocampisti erano Brighi, De Rossi, Pizarro e Perrotta. Visto che il Napoli è lanciatissimo, non sarebbe sorprendente vedere contemporaneamente in campo Pisilli, Cristante, Koné e Pellegrini: se non in linea, in un 4-3-1-2.


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Povero Hummels, non gliene va bene una. Un attacco febbrile gli ha impedito di riprendere gli allenamenti con la Roma, nella settimana che sarebbe servita per attirare l’attenzione di Ranieri. Addirittura non è tornato in Italia, fermandosi in Germania dove aveva trascorso il weekend, per guarire più in fretta in casa sua. Anche a Napoli non giocherà. E chissà quando avrà un’occasione. Perché il suo problema non è soltanto il termometro salito improvvisamente. 

Hummels in ritardo

Juric non era pazzo se lo teneva sempre fuori. Addirittura ha rinunciato a lui a Bruxelles quando mancava il titolare di cattedra, cioè N’Dicka, anche lui a letto con l’influenza. Contro il Saint-Gilloise in difesa si piazzò Cristante, in assenza anche di Hermoso che non si era - non si è - ristabilito dall’infortunio muscolare. C’era un motivo, no? I test atletici, ma anche gli allenamenti osservati da vicino, hanno svelato che Hummels non ha ancora raggiunto il livello dei compagni. Fatica molto se si alza l’intensità del lavoro, anche dopo due mesi e mezzo in cui ha lavorato con grande professionalità a Trigoria. Insomma Ranieri, che è stato il primo a domandarsi «perché non gioca questo ragazzo?» in conferenza stampa, si è dato una risposta abbastanza veloce: il totem tedesco non gioca perché è in ritardo di condizione. Contro Conte, contro Lukaku, andrà di nuovo in panchina. Poi si vedrà.


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