È proprio vero, il giocatore o l’allenatore che arriva alla Roma e comincia a lavorare al Fulvio Bernardini si ritrova nel paese dei balocchi. Perché dopo il tour di Trigoria svolto ieri in esclusiva, possiamo realmente dire che il centro sportivo giallorosso rinnovato in questi anni dai Friedkin non ha nulla da invidiare a quello dei top club europei ed è sicuramente tra i migliori nel mondo in ambito calcistico. Prima Mourinho, poi De Rossi, Juric e infine Ranieri: tutti gli allenatori sbarcati nella Capitale hanno lodato il centro sportivo e le sue attrezzature, e il motivo è ben chiaro: i milioni di euro sborsati dai Friedkin per il rinnovamento hanno reso il Fulvio Bernardini un vero gioiello per allenarsi ad alti livelli e rendere il lavoro un vero e proprio sinonimo di comfort e professionalità. Ma anche di sostenibilità ricercata per rendere Trigoria un centro sportivo non solo moderno, ma anche attento sia ai costi di gestione sia alle problematiche ambientali sempre più di attualità. Insomma, quella della Roma è una casa a cinque stelle, e se chi scrive queste righe ad agosto esaltava il centro sportivo della federazione inglese a Burton, luogo del ritiro estivo della squadra in Inghilterra, adesso può tranquillamente dire che il Fulvio Bernardini è una struttura all’altezza degli standard inglesi, se non addirittura più alti.
Trigoria: gli ingressi, gli uffici e la sala video
Un lusso per la squadra che può utilizzare le migliore attrezzature di lavoro internazionali, ma anche vivere un ambiente totalmente modernizzato e dotato di ogni comodità. Ma soprattutto privacy. Basti pensare che la proprietà ha voluto rinnovare anche l’ingresso della struttura per renderlo più impattante alla vista, di un livello superiore in sinergia con gli interni del centro sportivo. Estetica e praticità: due ingressi per giocatori e staff, entrambi con riconoscimento facciale e dell’impronta digitale. Tutta la parte sportiva della struttura è separata da quella amministrativa che si trova al primo piano: la zona per intenderci che affaccia verso il piazzale Dino Viola e nella quale lavorano tutti i settori gestionali della società. Una grande porta separa il corridoio “aziendale” alla zona strettamente legata al campo. Quindi gli uffici di Ghisolfi e Lombardo, una sala riunioni per la dirigenza, ma soprattutto la grande e colorata sala video che viene utilizzata dalla squadra e dal tecnico per analizzare le partite. Sembra quasi un cinema: poltroncine giallorosse che guardano naturalmente verso il maxischermo col proiettore. Accanto due lavagne sulle quali riportare le analisi in corso: “Sala video: divieto assoluto di ingresso”, si legge sulla porta della stanza.
Trigoria, lo spogliatoio
Si scende al primo piano, per arrivare nel cuore del centro sportivo, lo spogliatoio. Lo abbiamo trovato ancora caldo delle docce dei giocatori post allenamento, vissuto, anche con quel disordine da allenamento appena terminato e qualche scarpa fuori posto. Uno spogliatoio reale, come quello di un ragazzo che gioca in una scuola calcio o che semplicemente affitta un campo per divertirsi con gli amici. L’odore del profumo spruzzato dai giocatori riempie la stanza, così come invece nel corridoio, nella zona adibita, quello degli scarpini indossati appena pochi minuti prima dagli atleti. Una libreria di scarpe che ogni giocatore ripone nella propria sezione segnata da nome e cognome. Lo spogliatoio rinnovato è stato costruito a ferro di cavallo, in modo tale che tutti i calciatori si possano vedere e che possa essere anche un luogo dove tenere riunioni. Ha un impianto meccanico tarato da una domotica: lo staff riesce a gestire la climatizzazione interna in base all’allenatore o alla squadra. Ma anche per un efficientamento energetico, in modo tale da rendere dormiente l’impianto nelle ore in cui la sala non viene utilizzata. Sostenibilità e comfort, come l’impianto di riscaldamento a pavimento che migliora ulteriormente il clima ambientale. E a proposito di climatizzazione, la nuova proprietà ha voluto realizzare un isolamento termico a cappotto su tutta Trigoria, in alcune zone anche in copertura: una vera e propria barriera dall’esterno all’interno.