Rivoluzione Roma, rabbia Friedkin: chi va via, chi è in bilico e chi resta

Giocatori sotto accusa dopo la debacle di Como, tanti cedibili, pochi gli intoccabili: e tornano d'attualità le parole di Mourinho
Chiara Zucchelli
6 min

ROMA - La furia dei Friedkin. Le parole di Mourinho che tornano d’attualità: “Avevo delle squadre di “banditi” con cui preferivo giocare in trasferta. A qualcuno qui manca il dolce della nonna”. I giocatori sotto accusa: dai tifosi (che pure nelle ultime settimane non li hanno fischiati) alla proprietà, che per gennaio medita una vera e propria rivoluzione. Con tanti giocatori cedibili e pochi, davvero pochi, intoccabili.

Roma, chi va via

A gennaio potrebbe salutare Nicola Zalewski. Contratto in scadenza a giugno, non è più un titolare e soprattutto quando mette piede all’Olimpico sembra non avere più la giusta serenità. Piace in Turchia e Germania. Hermoso medita di tornare in Spagna (ma deve abbassarsi lo stipendio), i giovani Dahl e Sangarè hanno bisogno di giocare e potrebbero andare in prestito ma certo non sono loro il problema della Roma. Costato 23 milioni, Enzo Le Fée difficilmente sarà ceduto a titolo definitivo, ma è probabile che possa andar via per giocare e consentire alla Roma di fare cassa a giugno. Shomurodov è destinato a lasciare Trigoria per far spazio a un altro - e vero - vice Dovbyk mentre Baldanzi continua a non giocare praticamente mai e medita di provare un’altra esperienza.

Roma, chi è in bilico

Qui le situazioni più complicate. I tre capitani non sono più sicuri del posto. Ma se per Mancini si fa un discorso di poca forma momentanea, per Pellegrini e Cristante è differente. Il capitano, dopo la buona prestazione con il Braga, ieri è rimasto di nuovo in panchina e quando è entrato non si è mai visto. Anzi. Il suo contratto scade nel 2026, che nel calcio è un soffio, e se lo stipendio da 6 milioni pesa, le difficoltà ambientali sono un macigno. Lui sogna la Premier (lo ha anche detto in passato che gli sarebbe piaciuto tentare un’esperienza inglese), per ora lo cerca il Galatasaray. Stesso discorso per Cristante che dopo sette stagioni a Roma potrebbe, a 30 anni, cambiare aria. Per la società è cedibile, riuscire a fare cassa con un giocatore che, comunque, alla società ha dato tutto, è l’obiettivo. Capitolo Dybala: si avvicina a grandi passi al rinnovo automatico fino al 2026 ma la sensazione è che o va via a gennaio o la società sarà costretta a rivedere il contratto attuale perché un altro anno a certe cifre sembra difficilmente attuabile. Anzi: impossibile. Paredes e El Shaarawy scadono invece a giugno: Ranieri terrebbe il primo per un’altra stagione(dopo un tot di presenze scatta il rinnovo ma la Roma deve contestualmente qualificarsi alle coppe europee) anche se non a 4 milioni l’anno, mentre ElSha è pronto a ridursi l’ingaggio per restare. Non è un problema: la Roma ha bisogno di titolari, non di alternative. In bilico anche Saelemaekers: piace, tanto. Ma costa. Non è detto che rimanga. A gennaio forse sì, a giugno difficile. In bilico anche Soulé: ovviamente la Roma non può - e neppure vuole - permettersi di svendere un capitale da 30 milioni, ma il ragazzo sembra non vedere la luce. Andare in prestito per ritrovarsi? Difficile. Non impossibile.

Roma, chi resta

Svilar, ovviamente. Ma il suo contratto va rinnovato. Identico discorso per Pisilli. Hummels a gennaio non si muove, poi chissà. N’Dicka idem anche se le prestazioni attuali non aiutano l’idea sua e del club di salutarsi a giugno a fronte di una ricca offerta. Angelino? A gennaio difficile che vada via, a giugno difficile che resti. Capitolo Celik: per la società è più che cedibile, ma anche qui sembra che l’addio ci sarà solo in estate. Intanto, però, si cerca un titolare vero. Koné non si tocca a gennaio, in estate per trattenerlo servirà un discorso diverso. Altrimenti se ne andrà. Infine Dovbyk: sta soffrendo tanto. Perché il ginocchio non gira come dovrebbe, perché le difese italiane lo stanno devastando e perché i compagni non lo aiutano. Ma la Roma, dopo neppure sei mesi, può permettersi di bocciare un investimento da quasi 40 milioni? No. E quindi si andrà avanti con lui.


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