Roma, Lorenzo contro Pellegrini

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Ivan Zazzaroni
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È come se da qualche tempo Lorenzo giocasse contro Pellegrini, l’istinto contro la ragione, l’amore sconfinato per la Roma contro la sensazione di essere sopportato e alla fine di un percorso: il gol nel derby un istante di sconfinata felicità prima di ricadere immediatamente dentro la realtà. Una realtà in questo momento più amara che dolce.

Per più di un motivo - e anche per affetto e stima calcistica - ho seguito con particolare attenzione la mezza partita del capitano, quarantasette minuti in cui s’è spinto spesso in avanti, anche più avanti di Dovbyk, per cercare un altro gol, un altro momento di approvazione della sua gente. Dell’Olimpico. Un’altra ricarica emotiva: gli è andata male e bene quando Leali ha respinto sulla riga la sua conclusione ravvicinata, favorendo comunque il punto dell’1 a 0.

Poco dopo proprio un suo mancato intervento ha consentito al giovane Masini di prendersi la soddisfazione più grande con l’unico tiro del Genoa - fino a quel momento - verso la porta di Svilar. La partita di Lorenzo è finita con un problema al ginocchio, ma forse non era mai cominciata del tutto.

Oggi il Nostro è di fronte a un bivio di carriera, non è il primo, ma il più importante. Nel corso dell’intervista a questo giornale, ha detto che sarà il campo a decidere il suo futuro, intendendo che soltanto le prestazioni potranno indurre i Friedkin a cambiare idea. Una bella sfida e una salita: per vincerla Lorenzo dovrà risultare più forte di Pellegrini, riempiendo i vuoti che lo frenano.

Pellegrini non è un giocatore comune: è speciale, molto tecnico, di visione e soluzioni, quasi sofisticato. È un nazionale e soprattutto è il capitano della squadra della vita.

È lui il primo a rendersi conto di non giocare come dovrebbe e vorrebbe ma, lo ripeto, sta vivendo un conflitto professionale e in parte anche personale. Ha lo stesso affanno e la stessa insicurezza del centravanti che non segna da dieci partite.

La sfida è complessa, a Lorenzo occorre un po’ di attenzione, fortuna e temperamento per orientarsi, ma ne può uscire ampiamente ripagato.

PS 1. Quanto mi sono goduto il secondo tempo di Dybala. Le sue sono lezioni di ricamo, non giocate.

PS 2. Nelle prime nove partite della sua gestione Ranieri ha già ottenuto più punti dei suoi predecessori in dodici (14 contro 13) migliorando la classifica di tre posizioni. Positivo anche il saldo dei gol: 16 contro 14 quelli realizzati, 10 contro 17 quelli subiti.

 

 


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