Roma, era più difficile perderla che vincerla
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Roma, era più difficile perderla che vincerla

Leggi il commento del direttore del Corriere dello Sport-Stadio
Ivan Zazzaroni
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Era più difficile perderla che vincerla, ma la Roma c’è riuscita: l’ha persa. In che modo? Semplifico, banalizzo: non cercando il centravanti quando Dovbyk era in campo e muovendo bene il pallone e creando qualche opportunità in mezzo all’area dell’AZ da quando, dopo l’intervallo, Soulé ha sostituito l’ucraino. Che - preciso - non l’aveva mai strusciata. 

È bastato un brutto errore di fase, l’unico della ripresa, per permettere a Parrott di battere Svilar che fino a quel momento aveva toccato la palla più con il pensiero che con le mani.  
La sconfitta complica sensibilmente il passaggio ai playoff: questi tornei rinnovati e imbastarditi - SuperChampions e Europa League - offrono fino all’ultimo turno scialuppe di salvataggio, ne sa qualcosa il peggior Guardiola di sempre.
Quella della Roma si chiama Eintracht Francoforte. 
Poco da aggiungere sulla partita. Inutili i primi 45 minuti: Dybala continua a giocare un altro sport, Hummels è ormai indispensabile, per il resto poche sufficienze piene e il solito, povero Celik (sono addirittura stanco di maltrattarlo). 
Nell’AZ s’è notato soprattutto Wouter Goes, un Pasquale Bruno di vent’anni ma con la faccia da bocconiano. 


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