Roma, Pellegrini cerca spazio: il futuro è un rebus

Il centrocampista ha giocato soltanto 45 minuti nelle ultime tre partite: l’aria d’Europa lo potrebbe rigenerare
Roma, Pellegrini cerca spazio: il futuro è un rebus
© AS Roma via Getty Images
Jacopo Aliprandi
4 min

ROMA - L’aria d’Europa può rigenerarlo, caricarlo, dargli maggiore fiducia ed entusiasmo. Del resto Lorenzo Pellegrini è stato l’unico capitano ad aver sollevato un trofeo internazionale negli ultimi 61 anni, ha segnato dodici gol negli ultimi quattro tornei Uefa disputati, e proprio in Europa ha giocato la sua ultima partita da titolare. Quella contro l’Eintracht Francoforte, quel primo dentro o fuori del torneo Uefa culminato con la festa all’Olimpico e il passaggio ai playoff. Dopo quella gara Ranieri lo ha lasciato 90 minuti in panchina sia contro il Napoli sia contro il Venezia: in mezzo il secondo dentro o fuori della stagione ma in Coppa Italia in cui è subentrato nel secondo tempo ma senza incidere. Anzi, dei suoi 45 minuti si ricorda soprattutto un pallone scagliato da buona posizione lontano dalla porta di Maignan. Tutt’altra storia rispetto al bel gol segnato nel derby, ormai oltre un mese fa, che sembrava averlo risollevato dopo una crisi cominciata sotto Mourinho e che è proseguita con De Rossi (dopo un buon avvio), Juric e adesso Ranieri con cui ha giocato solo 607 minuti su 1620 a disposizione. Passi avanti ne sono stati fatti, ma la guarigione non è stata fulminea. Ranieri sta cercando di individuare le partite più adatte a lui per fare un passo avanti e non tre indietro come accaduto in vari momenti della stagione. Per questo motivo adesso il tecnico sta riflettendo con il suo staff sull’ipotesi di schierarlo titolare a Oporto, nella prima delle due sfide che hanno gli ottavi di Europa League come posta in palio.

 

Pellegrini, mai titolare in Coppa lontano da Roma

Di certo Ranieri troverebbe in campo un giocatore fresco e reduce da solo un tempo nelle ultime tre gare. E in un momento di stanchezza generale, vacanze concesse ai più provati e allenamenti fissati all’ora di pranzo per evitare “alzatacce”, sicuramente può essere un aspetto da considerare. Come quello emotivo, perché Pellegrini ci terrebbe molto a giocare contro il Porto per riscattare quella grande delusione in Champions arrivata per l’ingiusta eliminazione agli ottavi di Champions League. Era il 6 marzo 2019 e Lorenzo era in campo nel secondo tempo al do Dragao nella sfida di ritorno contro i lusitani: un’uscita di scena causata da un rigore clamoroso non fischiato a Schick dall’arbitro Çakir e neanche revisionato dal Var. Quella è stata l’ultima partita di Di Francesco sulla panchina della Roma, quella è stata l’ultima partita della Roma in Champions League. D’altro canto però Ranieri deve anche fare conti con le difficoltà del suo capitano a entrare in partita, e non è un caso che con lui non abbia mai giocato titolare in una trasferta di coppa: panchina con Tottenham e con l’AZ Alkmaar in Europa League, poi quella a San Siro in Coppa Italia. Insomma, il dibattito è aperto, tra qualche ora Sir Claudio svelerà la sua formazione.

 

Pellegrini, un futuro lontano dalla Capitale

E pensare che per Pellegrini queste potrebbero anche essere le sue ultime partite europee con la Roma. Un motivo in più per cercare di andare il più avanti possibile in coppa e provare a togliersi quella che poi potrebbe essere un’ultima grande soddisfazione. Perché una cosa è certa: per la Roma non è incedibile e, anzi, già a gennaio avrebbe accettato la sua cessione se non fosse stato proprio per l’intervento del numero 7 che ha rifiutato le lusinghe del Napoli. Il diesse Manna in estate ci riproverà, e se il nuovo allenatore della Roma non si opporrà, a quel punto Lorenzo a un anno dalla scadenza del contratto dovrà decidere il suo futuro. Prima però il presente, la partita col Porto, la speranza di giocare dal primo minuto, il sogno di tornare a essere decisivo. Per lui e per la Roma.  


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