Roma, rischio sacrificio sul mercato
L’Europa è un luogo dove i giocatori si divertono di più e dove le società vogliono andare per alleggerire i bilanci. La Roma, dopo sei stagioni senza Champions, ha bisogno di iniezioni di denaro, essendo ancora condizionata nelle strategie dal fair play finanziario. Rinunciare a quei 30-35 milioni dell’Europa League complicherebbe i piani del mercato estivo, costringendo per la prima volta Dan Friedkin a vendere un giocatore fondamentale. Chi? Ovviamente molto dipenderà dalle proposte. Ma Ghisolfi e Ranieri hanno indicato alla proprietà la necessità di proteggere Mile Svilar, che sta trattando il rinnovo del contratto. Salvo offerte irrinunciabili, tipo quella che spedì Alisson al Liverpool sette anni fa, la Roma non lo venderà e ne accontenterà le richieste economiche. Piuttosto sacrificherà Evan N’Dicka, sempre a fronte di offerte congrue: le sue parole dei giorni scorsi hanno lasciato intendere che la porta è aperta sia pure «con grande rispetto della Roma». In sostanza N’Dicka non imporrà la sua volontà per andare via ma concorderà con la società una strategia che possa essere conveniente per tutti. La Roma non a caso ha individuato il francese Solet dell’Udinese come sostituto. Sia N’Dicka che Svilar sono arrivati a parametro zero quindi genererebbero una plusvalenza molto appetibile. Per una società che deve ristabilire l’equilibrio entro il 2026, pena sanzioni molto pesanti dell’Uefa, è impossibile non tenerne conto. Senza i ricavi europei soprattutto.