Il colpo di fulmine in un scuola di calcio. Ad allenarlo per qualche ora fu proprio il divino Diego Maradona. Quasi un battesimo per quel ragazzino napoletano, già futuro artista del pallone.
Gennaro Acampora, quante magie ha regalato danzando sul pallone ad accarezzare l’erba?
«Maradona per noi napoletani è un Dio. Proverò a dare il massimo col mio sinistro. Calciare in porta una delle mie caratteristiche, sono un giocatore dotato di grande forza e buona tecnica».
A proposito di gol lei ha un bottino di 10 reti niente male per un centrocampista.
«Nasco mezzala, mi vedrei sicuramente meglio a sinistra, in passato ho fatto anche il play ma in quel ruolo abbiamo ragazzi molto forti».
Servono anche i gol da lontano in un Bari che finora ha segnato solo tre volte in cinque partite.
«Le reti dei centrocampisti sono fondamentali, non possiamo contare esclusivamente sugli attaccanti. Spero di ripetermi da questo punto di vista. A Pisa non giocavo da tanto tempo ho fatto fatica all’inizio. Mi sentivo imballato. Poi col passare dei minuti mi sono tolto un po’ di tensione e ho iniziato a divertirmi ».
L’incontro con il ds Polito un altro colpo di fulmine nella sua carriera?
«Il corteggiamento è durato due mesi. C’è stata una lunga trattativa col Benevento che non voleva lasciarmi partire, sono sorte un po’ di incomprensioni. Poi negli ultimi minuti è arrivato il via libera e non ho potuto rifiutare un’offerta così importante».
Al punto da firmare in bianco?
«I tempi erano strettissimi. Mancavamo pochi minuti alla chiusura del mercato. Per fare le cose più in fretta possibile ho detto al mio procuratore firmiamo le carte e poi vediamo il contratto. Bari è forse la piazza più importante in cui ho giocato. Col gruppo mi sono trovato subito a mio agio, una decina di compagni già li conoscevo. Sono qui per dare una mano all'allenatore e alla società, mettere le mie caratteristiche a servizio dei compagni».
Spera di rimanere?
«Sono in prestito ma ho una grande voglia di rivalsa, dando il massimo c'è la possibilità che il Bari possa riscattarmi. Devo dare merito al Benevento perché mi ha dato la possibilità di rilanciarmi. Il presidente Vigorito sa la stima che ho di lui».
Quel Benevento aveva tanti elementi importanti, puntava alla serie A, lei era un calciatore fondamentale. Perché è retrocesso?
«Ci sono stati errori da parte di tutti, dai calciatori alla società. Non si spiega diversamente una stagione così fallimentare. Ma non vedo l’ora di rimettermi in gioco. Arrivando qui pensavo di trovare uno spogliatoio amareggiato per la finale playoff persa, invece ho visto che hanno tutti grande voglia di rifarsi e riprovarci».
Parma già in fuga, dopo la cinquina rifilata al Catanzaro di Vivarini più che mai voglioso di riscatto.
«La B, come tutti gli anni, è un campionato molto difficile. Il Parma è una squadra importante che da anni ha formazioni di vertice. Il Catanzaro gioca da un po’ di anni con lo stesso sistema di gioco, ha un buon palleggio, ci metterà in difficoltà. Non dovremo abbassarci troppo. Vengono da una brutta sconfitta, saranno agguerriti, vorranno riscattarsi. Dovremo giocare alti, imporre il nostro gioco, i nostri ritmi e vincere».