
Un nuovo brutto episodio di razzismo sui campi di Serie B: durante la sfida al San Nicola tra Bari e Cremonese, il terzino alegrino dei pugliesi Mehdi Dorval è stato insultato da Franco Vazquez nel mezzo di un battibecco nei minuti finali della partita. Dopo quanto successo, la panchina del Bari ha reagito e il giocatore è uscito dal campo visibilmente scosso ed è scoppiato a piangere. A ricostruire l'accaduto è stato l'allenatore del Bari Moreno Longo.
Bari, Longo denuncia: "Insulti razzisti contro Dorval". La Cremonese smentisce
Queste le parole dell'allenatore nel post partita: "Il caso Dorval? Mi dispiace enormemente per il ragazzo. Mi dispiace fare il nome di Vasquez, perchè non va bene. C'è stata una frase offensiva grave: 'N***o di m***a'. Una roba del genere non si può dire. A furia di stare zitti, e di mettere la polvere sotto il tappeto non risolviamo niente. Siamo stufi nel 2025 di parlare di queste cose". Sulla questione è intervenuto anche l'allenatore della Cremonese Stroppa: “Se è accaduto qualcosa di grave mi dispiace. Franco è un bravo ragazzo, ma queste cose non vanno fatte“. Poco dopo, è arrivata la smentita del direttore generale della Cremonese Paolo Armenia: “Abbiamo parlato col ragazzo che ha negato nel modo più assoluto di aver rivolto offese razziste al calciatore del Bari. Per noi il discorso finisce qui”. Non è neanche la prima volta che succede allo stesso Dorval, che lo scorso gennaio ha ricevuto altri insulti razzisti dagli spalti durante la partita in trasferta contro la Reggiana.
"Speravamo di non tornare su un tema simile"
Il Bari sui suoi social ha mostrato vicinanza a Dorval con un comunicato: "Speravamo, in tutta onestà, di non dover tornare più su un tema simile. Speravamo di non doverlo fare, perché come ha giustamente detto mister Longo in campo a fine gara: «nel 2025 non può andare bene». E invece siamo qui, ancora una volta, accanto al nostro Mehdi Dorval e a chiunque sul lavoro e nella sua quotidianità si trovi a dover subire (ancora) insulti razzisti. Siamo qui, ancora una volta, a ricordare (e a ricordarci) che lo sport non ha nulla a che vedere con il razzismo e con qualsiasi tipo di insulto che lede la dignità del singolo individuo o di una comunità. Siamo qui, ancora una volta, a ricordare che questi comportamenti sono intollerabili, sempre. E lo sono ancora di più quando arrivano dagli adulti e da atleti professionisti che dovrebbero essere un esempio non solo sportivo, ma anche e soprattutto umano per i più giovani".