
L' aspetto più singolare di questo sprint finale del Palermo è che è cominciato proprio nel momento in cui la crisi sembrava al punto peggiore: dalla sconfitta interna con la Cremonese, con Dionisi praticamente esonerato e rimasto solo per la scarsa convinzione del club nelle alternative, la squadra ha fatto 9 punti in 4 partite segnando 11 reti, perdendo solo al 90' la controversa gara di Bari (col gol annullato ingiustamente a Pohjanpalo), e sciorinando alcune fra le prestazioni più convincenti di tutta la stagione in occasioni peraltro difficili, come la gara col Sassuolo o le trasferte di Salerno e sul campo di una concorrente come il Catanzaro che nel 2025 non aveva mai perso in casa. Dal 9° posto i rosa sono risaliti al 6°, a 2 punti appena dal 5° occupato dalla Juve Stabia con cui il Palermo è in vantaggio nei confronti diretti, così come adesso lo è sui calabresi, avendo ribaltato la situazione dopo il ko interno per 2-1. E adesso il calendario sorride proponendo tre gare interne sulle 4 che restano.
Numeri che mutano
Evidentemente squadra e tecnico sono stati bravi a fare gruppo nel momento cruciale della stagione, trovando la formula adatta dopo mesi di sperimentazioni e cambiamenti. E così come sono state evidenti le ansie di Dionisi nel capire a pieno la realtà Palermo, in campo e fuori, oggi è sensato riconoscere la crescita del complesso, certamente agevolata dal brillante mercato che ha portato a gennaio giocatori di spessore (più il recupero di Blin dopo il lungo infortunio) ma anche da alcune scelte che stanno dando frutti: Brunori trequartista, Ceccaroni recuperato, Segre ributtato dentro per dare equilibrio e sostanza. A Catanzaro, finalmente, anche le sostituzioni hanno sorriso a Dionisi: Verre e Le Douaron nei pochi istanti a loro disposizione hanno costruito il gol della sicurezza, un subentrato è tornato a segnare dopo ben 27 partite (l'ultimo era stato Insigne a Bolzano, anche allora per blindare un 3-1), per la prima volta in tutta la stagione il Palermo è andato in gol nei minuti di recupero.