ROMA - Era uno dei candidati, era in corsa per la panchina della Seleçao, poi la federazione brasiliana ha chiesto a Carlos Dunga di tornare a fare il ct, dopo il divorzio con Felipe Scolari e il fiasco al Mondiale del 2014. Tite è uno degli allenatori più preparati in Sudamerica, guida il Corinthians e nella società bianconera viene trattato come un imperatore: ha vinto una Coppa Libertadores (contro il Boca Juniors), un Mondiale per club (in finale con il Chelsea di Rafa Benitez) e una Recopa Sudamericana (contro il San Paolo). Ha cinquantaquattro anni e ha cominciato a fare il tecnico quando ne aveva ventinove nel Guarany di Rio Grande do Sul. Lo chiamano Tite, ma sul passaporto il nome completo è Adenor Leonardo Bacchi. Origini italiane, i nonni erano di Mantova. Ha conquistato tre volte anche il campionato “Gaucho” (con il Caxias, il Gremio e l’Internacional di Porto Alegre), una Coppa del Brasile (con il Gremio) e una Coppa Sudamericana (con l’Internacional).
LA SCOPERTA - La nazionale verdeoro rimane un sogno maestoso, ma il presente di Tite è assorbito dal Corinthians, che occupa il primo posto nel “Brasileirao” a quota 37, davanti all’Atletico Mineiro (36) e al Gremio (33). La squadra ha ingranato la marcia giusta, ha conquistato ventiquattro punti nelle ultime dieci giornate e giovedì sera ha travolto per 4-2 lo Sport Recife. Quattro difensori, due mediani, tre mezzepunte e un centravanti: il modulo preferito da Tite è il 4-2-3-1. Il tecnico ha perso alla fine di maggio l’attaccante Paolo Guerrero, soprannominato “el barbaro”, venticinque gol con il Perù e nuovo idolo dei tifosi del Flamengo. Ma Tite ha trovato il sistema di sostituirlo senza far spendere soldi ai dirigenti. Ha scommesso su un giovane, Luciano, che ha ventidue anni e lo ha subito ripagato: cinque presenze e tre gol, uno al San Paolo e due allo Sport Recife.
L’OFFERTA DEL GENK - Il Corinthians, club di San Paolo con 105 anni di storia, lo ha preso alla metà di febbraio del 2014 ed è proprietario del 25% del cartellino. Lo ha scoperto nell’Avaì, serie B brasilana. Luciano ha rinunciato in questi giorni a una proposta del Genk, club belga, per rimanere con Tite. Vuole completarsi e maturare, ecco perché ha preferito rinviare l’avventura in Europa. Il Genk aveva messo sul piatto del Corinthians due milioni e mezzo di dollari. Luciano è una prima punta molto veloce: nasce attaccante esterno, ma Tite lo ha trasformato in un centravanti. E’ alto un metro e 78, è nato ad Anapolis il 18 maggio del 1993, è un destro naturale e in area di rigore sfrutta la sua rapidità. Ha un contratto fino al 31 dicembre del 2016, ha già un appuntamento con i dirigenti per prolungarlo e ha ricevuto la promessa di un aumento dello stipendio.
I GIOCHI PANAMERICANI - Luciano era stato notato dagli osservatori del Genk durante i Giochi Panamericani, che si sono svolti dal 12 al 26 luglio a Toronto, in Canada. La punta del Corinthians ha dato spettacolo nel Brasile Under 23, ha segnato cinque gol e ha vinto la classifica dei cannonieri, ma le sue magie non sono bastate ai verdeoro, diretti dal ct Reis Micale, per aggiudicarsi il torneo, conquistato dall’Uruguay. Il Brasile si è piazzato al terzo posto. Tra i compagni di Luciano c’erano il terzino Gilberto (che si è appena legato alla Fiorentina) e il trequartista Lucas Piazon, inseguito in passato dalla Juve, sotto contratto con il Chelsea e reduce da una stagione in Bundesliga con la maglia dell’Eintracht Francoforte. Luciano ha raggiunto un’intesa speciale con Tite, si è imposto con l’allenatore di origine italiana, ma in precedenza aveva lavorato nel Corinthians con Mano Menezes (ct del Brasile dal 2010 al 2012). E anche quella era stata un’esperienza positiva: trentatré partite e sei gol (compresa una tripletta al Goias).