Un peccato per la Ferrari che è riuscita a torcere in suo favore un weekend cominciato male e poi raddrizzato anche grazie a un errore marchiano di Lando Norris. Maranello ha incassato i dividendi di tanto caos ed è riuscita a recuperare qualcosa, poco, sulla McLaren: il saldo rimane sfavorevole – da 24 a 21 punti di distacco, però con un GP ancora e non più due – ma il team papaya non ha raggiunto la certezza del titolo. Avrà i pronostici dalla sua domenica nella chiusura del Mondiale, ma la notte di Abu Dhabi è una foresta perfetta per gli agguati: sai come vi entri, mai come ne esci.
Le penalità durante il Gp
La maggiore colpa di MBS: farsi protagonista. La lettera in cui i piloti (presidente George Russell) gli chiedevano ragione di come vengono spesi i soldi delle multe gli ha fatto andare il sangue alla testa, e allora: «Sono cose nostre, non è affar loro». Soldi che, ricordiamo, andrebbero investiti per incrementare la sicurezza.
Non sappiamo poi se ieri sia stato casuale a inizio gara il fiorire di «fuck» via radio da parte dei piloti, dopo che il presidente aveva minacciato di sanzioni a seguito di parolacce. Tutti ne avevano uno nella fondina, e l’hanno sfoderato e sparato come in un flash mob (Leclerc, rendendosi conto di non poter bere, ha definito «sistema di me***» la borraccia a bordo). Il redde rationem è arrivato con un arbitraggio durissimo, diverso assai rispetto al debutto di Rui Marques a Las Vegas, quando i piloti erano stati lasciati liberi di esprimere il proprio agonismo: e dunque sabato Verstappen privato della pole per aver frenato Russell (in un giro di rientro!) e ieri bastonate a Hamilton (5" per falsa partenza e drive through per eccesso di velocità all’ingresso in pit lane), a Stroll e Lawson (10" e 2 punti patente), Albon (10"), Norris (stop and go 10" e 3 punti patente), Russell (5" e un punto patente per non aver rispettato lo spazio dietro safety car). Interventi anche giusti, ma pesantezza eccessiva nelle penalità.
La FIA è stata anche protagonista nell’episodio che ha rovinato il GP: uno specchietto (staccatosi dalla Williams di Albon) è stato lasciato lì in rettilineo, quando con pochi secondi di virtual safety car a rallentare le vetture avrebbe potuto essere recuperato.
Dopo tre giri una ruota della Sauber di Bottas lo ha mandato in pezzi e cento acuminate lamette di carbonio hanno invaso la pista tagliando le gomme di Hamilton e Sainz (sesto e non quinto, perché respinto da una gran difesa di Gasly).
Tra rabbia e un grave errore
Ecco: vedete come stia andando a farsi benedire il racconto della corsa? Dove finisce la seconda vittoria di fila di Max Verstappen, che ha trasmutato in pura rabbia agonistica la privazione della pole? Si dovrebbe avere lo spazio per raccontare la metamorfosi di Leclerc che nella prima fase della gara era veramente storto – non solo la cannula ma anche i continui inviti del box a risparmiare le gomme lo avevano reso irritabile – e poi ha saputo rimediare al passo lento della SF-24. Secondo davanti a Piastri.
Calmo nelle fasi più concitate, Charles ha capitalizzato la strategia sbagliata della Mercedes con Russell, l’errore clamoroso di Norris, e ha passato Piastri al pit stop unico in cui tutti sono passati dalle gomme medie alle più stabili Pirelli hard. Charles è risalito a otto punti da Norris e ora può immaginare di soffiargli il secondo posto nel Mondiale piloti, per quel che conta. Ma su Norris tocca tornare. È incappato in uno scivolone da principiante: non ha visto una doppia bandiera gialla agitata (virtual prima della safety car per la Haas di Hülkenberg nella ghiaia) e si è preso dieci definitivi secondi di stop&go (sosta forzata ai box). Sulla severità della sanzione, lapidario il team principal Andrea Stella: «Si è perso il senso della proporzione». Ma il vero danno per McLaren sarà valutabile solo dopo l’ultima gara.
Invisibili, in una serata tanto isterica, i piccoli miracoli di Pierre Gasly e Guanyu Zhou. Il francese continua a fare faville con l’Alpine (ieri quinto posto, mentre il suo compagno Ocon è andato in tilt e ad Abu Dhabi potrebbe essere appiedato e rimpiazzato con Jack Doohan), mentre il cinese, a una gara dal benservito, ha liberato la Sauber dal disonore di chiudere la stagione senza punti.